Eneide, Libro 9, traduzione vv. 33-76 - Studentville

Eneide, Libro 9, traduzione vv. 33-76

hic subitam nigro glomerari pulvere nubem
prospiciunt Teucri ac tenebras insurgere campis.
primus ab

adversa conclamat mole Caicus: 35
‘quis globus, o cives, caligine volvitur atra?
ferte citi ferrum, date tela,

ascendite muros,
hostis adest, heia.’ ingenti clamore per omnis
condunt se Teucri portas et moenia complent.

namque ita discedens praeceperat optimus armis 40
Aeneas: si qua interea fortuna fuisset,
neu struere auderent aciem

neu credere campo;
castra modo et tutos servarent aggere muros.
ergo etsi conferre manum pudor iraque monstrat,

obiciunt portas tamen et praecepta facessunt, 45
armatique cavis exspectant turribus hostem.
Turnus, ut ante volans

tardum praecesserat agmen
viginti lectis equitum comitatus et urbi
improvisus adest, maculis quem Thracius albis

portat equus cristaque tegit galea aurea rubra, 50
‘ecquis erit mecum, iuvenes, qui primus in hostem ?
en,’

ait et iaculum attorquens emittit in auras,
principium pugnae, et campo sese arduus infert.
clamorem excipiunt socii

fremituque sequuntur
horrisono; Teucrum mirantur inertia corda, 55
non aequo dare se campo, non obvia ferre
arma

viros, sed castra fovere. huc turbidus atque huc
lustrat equo muros aditumque per avia quaerit.
ac veluti pleno lupus

insidiatus ovili
cum fremit ad caulas ventos perpessus et imbris 9.60
nocte super media; tuti sub matribus agni

balatum exercent, ille asper et improbus ira
saevit in absentis; collecta fatigat edendi
ex longo rabies et siccae

sanguine fauces:
haud aliter Rutulo muros et castra tuenti 65
ignescunt irae, duris dolor ossibus ardet.
qua temptet

ratione aditus, et quae via clausos
excutiat Teucros vallo atque effundat in aequum?
classem, quae lateri castrorum

adiuncta latebat,
aggeribus saeptam circum et fluvialibus undis, 70
invadit sociosque incendia poscit ovantis
atque

manum pinu flagranti fervidus implet.
tum vero incumbunt urget praesentia Turni,
atque omnis facibus pubes accingitur

atris.
diripuere focos: piceum fert fumida lumen 75
taeda et commixtam Volcanus ad astra favillam.

Versione tradotta

Qui i Teucri vedono addensarsi una nube improvvisa
di nera polvere e le tenebre sorgere dalle pianure.
Per primo

dalla torre di fronte Caico grida: 35
" Che gruppo, cittadini, si volge nella nera caligine?
Veloci portate il ferro,

date le armi, scalete le mura,
il nemico è presente, orsù." Con grande clamore per tutte
le porte i Teucri si accalcano e

riempiono i bastioni.
Così infatti partendo aveva ordinato l'ottimo in armi 40
Enea: se frattanto vi fosse stata

qualche situazione,
né osassero attaccare battaglia né affidarsi al campo aperto;
solo tenessero l'accampamento ed le

mura sicure col vallo.
Perciò anche se ira e vergogna mostra di venir alle mani,
oppongono tuttavia le porte ed eseguono

gli ordini, 45
ed armati aspettano nelle cave torri il nemico.
Turno, come volando davanti aveva preceduto il lento

esercito,
accompagnato da venti scelti tra i cavalieri ed arriva
improvviso alla città, e lo porta un cavallo tracio con

bianche
macchie e lo copre un elmo d'oro con cresta rossa, 50
"Chi sarà mai con me, giovani, che per primo contro il

nemico…?
Ecco," disse e vibrando un giavellotto lo scaglia in aria,
principio di scontro, e si getta alto sul campo.
I

compagni raccolgono il grido e lo seguono con fremito con suono
spaventoso; si meravigliano degli inerti cuori dei Teucri,

55
che non si danno ad uguale campo, che uomini non muovano
contro le armi, ma che s'annidano in casa. Qua e laà

torbido
perlustra a cavallo le mura cerca un ingresso nell'imposibile.
E come quando un lupo insidiando un ovile

pieno
freme ai varchi sopportando i venti e le piogge 60
nel mezzo della notte; gli agnelli sicuri sotto le

madri
mandano un belato, egli crudele e malvagio infuria
con ira contro gli assenti; lo tormenta la rabbia di mangiare

accumulata da tempo e le fauci secche di sangue:
non diversamente s'infiammano le ire al Rutulo che guarda 65
mura

e campo, il dolore arde nelle dure ossa.
Con quale tattica tenti i varchi e quale via scuota i Teucri
chiusi nel vallo e

li spinga nel piano?
La flotta, che unita ad un lato dell'acampamento era nascosta,
circondata dagli argini e dalle

onde del fiume, 70
l'assale e chiede ai compagni festanti gli incendi
e furioso riempie la mano di pino

bruciante.
Allora proprio incalzano, li sprona la presenza di Turno,
tutta la gioventù si munisce di nere

fiaccole.
Saccheggiarono i fuochi: la torcia fumosa offre luce
di pece e Vulcano (porta) la congiunta favilla alle

stelle.

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