hic subitam nigro glomerari pulvere nubem
prospiciunt Teucri ac tenebras insurgere campis.
primus ab
adversa conclamat mole Caicus: 35
‘quis globus, o cives, caligine volvitur atra?
ferte citi ferrum, date tela,
ascendite muros,
hostis adest, heia.’ ingenti clamore per omnis
condunt se Teucri portas et moenia complent.
namque ita discedens praeceperat optimus armis 40
Aeneas: si qua interea fortuna fuisset,
neu struere auderent aciem
neu credere campo;
castra modo et tutos servarent aggere muros.
ergo etsi conferre manum pudor iraque monstrat,
obiciunt portas tamen et praecepta facessunt, 45
armatique cavis exspectant turribus hostem.
Turnus, ut ante volans
tardum praecesserat agmen
viginti lectis equitum comitatus et urbi
improvisus adest, maculis quem Thracius albis
portat equus cristaque tegit galea aurea rubra, 50
‘ecquis erit mecum, iuvenes, qui primus in hostem ?
en,’
ait et iaculum attorquens emittit in auras,
principium pugnae, et campo sese arduus infert.
clamorem excipiunt socii
fremituque sequuntur
horrisono; Teucrum mirantur inertia corda, 55
non aequo dare se campo, non obvia ferre
arma
viros, sed castra fovere. huc turbidus atque huc
lustrat equo muros aditumque per avia quaerit.
ac veluti pleno lupus
insidiatus ovili
cum fremit ad caulas ventos perpessus et imbris 9.60
nocte super media; tuti sub matribus agni
balatum exercent, ille asper et improbus ira
saevit in absentis; collecta fatigat edendi
ex longo rabies et siccae
sanguine fauces:
haud aliter Rutulo muros et castra tuenti 65
ignescunt irae, duris dolor ossibus ardet.
qua temptet
ratione aditus, et quae via clausos
excutiat Teucros vallo atque effundat in aequum?
classem, quae lateri castrorum
adiuncta latebat,
aggeribus saeptam circum et fluvialibus undis, 70
invadit sociosque incendia poscit ovantis
atque
manum pinu flagranti fervidus implet.
tum vero incumbunt urget praesentia Turni,
atque omnis facibus pubes accingitur
atris.
diripuere focos: piceum fert fumida lumen 75
taeda et commixtam Volcanus ad astra favillam.
Versione tradotta
Qui i Teucri vedono addensarsi una nube improvvisa
di nera polvere e le tenebre sorgere dalle pianure.
Per primo
dalla torre di fronte Caico grida: 35
" Che gruppo, cittadini, si volge nella nera caligine?
Veloci portate il ferro,
date le armi, scalete le mura,
il nemico è presente, orsù." Con grande clamore per tutte
le porte i Teucri si accalcano e
riempiono i bastioni.
Così infatti partendo aveva ordinato l'ottimo in armi 40
Enea: se frattanto vi fosse stata
qualche situazione,
né osassero attaccare battaglia né affidarsi al campo aperto;
solo tenessero l'accampamento ed le
mura sicure col vallo.
Perciò anche se ira e vergogna mostra di venir alle mani,
oppongono tuttavia le porte ed eseguono
gli ordini, 45
ed armati aspettano nelle cave torri il nemico.
Turno, come volando davanti aveva preceduto il lento
esercito,
accompagnato da venti scelti tra i cavalieri ed arriva
improvviso alla città, e lo porta un cavallo tracio con
bianche
macchie e lo copre un elmo d'oro con cresta rossa, 50
"Chi sarà mai con me, giovani, che per primo contro il
nemico
?
Ecco," disse e vibrando un giavellotto lo scaglia in aria,
principio di scontro, e si getta alto sul campo.
I
compagni raccolgono il grido e lo seguono con fremito con suono
spaventoso; si meravigliano degli inerti cuori dei Teucri,
55
che non si danno ad uguale campo, che uomini non muovano
contro le armi, ma che s'annidano in casa. Qua e laà
torbido
perlustra a cavallo le mura cerca un ingresso nell'imposibile.
E come quando un lupo insidiando un ovile
pieno
freme ai varchi sopportando i venti e le piogge 60
nel mezzo della notte; gli agnelli sicuri sotto le
madri
mandano un belato, egli crudele e malvagio infuria
con ira contro gli assenti; lo tormenta la rabbia di mangiare
accumulata da tempo e le fauci secche di sangue:
non diversamente s'infiammano le ire al Rutulo che guarda 65
mura
e campo, il dolore arde nelle dure ossa.
Con quale tattica tenti i varchi e quale via scuota i Teucri
chiusi nel vallo e
li spinga nel piano?
La flotta, che unita ad un lato dell'acampamento era nascosta,
circondata dagli argini e dalle
onde del fiume, 70
l'assale e chiede ai compagni festanti gli incendi
e furioso riempie la mano di pino
bruciante.
Allora proprio incalzano, li sprona la presenza di Turno,
tutta la gioventù si munisce di nere
fiaccole.
Saccheggiarono i fuochi: la torcia fumosa offre luce
di pece e Vulcano (porta) la congiunta favilla alle
stelle.
- Letteratura Latina
- Libro 9
- Virgilio