Tandem ductores audita caede suorum
conveniunt
Teucri, Mnestheus acerque Serestus,
palantisque vident socios hostemque receptum. 780
et Mnestheus: ‘quo deinde
fugam, quo tenditis?’ inquit.
‘quos alios muros, quaeve ultra moenia habetis?
unus homo et vestris, o cives,
undique saeptus
aggeribus tantas strages impune per urbem
ediderit? iuvenum primos tot miserit Orco? 785
non
infelicis patriae veterumque deorum
et magni Aeneae, segnes, miseretque pudetque?’
talibus accensi firmantur et
agmine denso
consistunt. Turnus paulatim excedere pugna
et fluvium petere ac partem quae cingitur unda. 790
acrius
hoc Teucri clamore incumbere magno
et glomerare manum, ceu saevum turba leonem
cum telis premit infensis; at territus
ille,
asper, acerba tuens, retro redit et neque terga
ira dare aut virtus patitur, nec tendere contra 795
ille
quidem hoc cupiens potis est per tela virosque.
haud aliter retro dubius vestigia Turnus
improperata refert et mens
exaestuat ira.
quin etiam bis tum medios invaserat hostis,
bis confusa fuga per muros agmina vertit; 9.800
sed manus
e castris propere coit omnis in unum
nec contra viris audet Saturnia Iuno
sufficere; aeriam caelo nam Iuppiter Irim
demisit germanae haud mollia iussa ferentem,
ni Turnus cedat Teucrorum moenibus altis. 805
ergo nec clipeo iuvenis
subsistere tantum
nec dextra valet, iniectis sic undique telis
obruitur. strepit adsiduo cava tempora circum
tinnitu galea et saxis solida aera fatiscunt
discussaeque iubae capiti nec sufficit umbo 810
ictibus; ingeminant
hastis et Troes et ipse
fulmineus Mnestheus. tum toto corpore sudor
liquitur et piceum nec respirare potestas
flumen agit, fessos quatit aeger anhelitus artus.
tum demum praeceps saltu sese omnibus armis 9.815
in fluvium
dedit. ille suo cum gurgite flavo
accepit venientem ac mollibus extulit undis
et laetum sociis abluta caede remisit.
Versione tradotta
Finalmente i capi dei Teucri sentita la strage dei loro
si radunano, Mnesteo ed il forte
Seresto,
vedono i compagni che si sbandano ed il nemico accolto. 780
E Mnesteo: " Dove mai volgete la fuga, dove?"
disse.
"Quali altre mura, quali bastioni avete più?
Un uomo solo e da ogni parte accerchiato, o cittadini,
dai vostri
argini poterbbe fare tante stragi impunemente
per la città? Invierebbe tanti eccellenti tra i giovani all'Orco? 785
Non avete compassione e vi vergognate, vigliacchi,
dell'infelice patria, degli antichi dei e del grande
Enea?"
Accesi così si rafforzano e con schiera serrata
si fermano. Turno a poco a poco si ritira dalla mischia
e cerca
il fiume e la parte che è cinta dall'onda. 790
Per questo più aspramente i Teucri incombevano con grande
urlo ed
univano la schiera, come una folla quando
incalza con armi ostili un crudele leone; Ma lui spaventato,
feroce, guardando
biecamente, ritorna indietro e l'ira
ed il coraggio non tollera di dare le spalle né quello è capace, 795
pur
desiderandolo, di avventarsi contro tra armi ed uomini.
Non diversamente Turno dubbioso ritrae dietro
i passi lenti e il
cuore brucia di rabbia.
Anzi poi due volte era balzato in mezzo ai nemici,
due volte volge in fuga le schiere confuse per
le mura; 800
Ma tutto il gruppo dal campo si unisce in fretta insieme
né Giunone Saturnia osa dargli forze
contro;
Giove infatti inviò dal cielo l'aerea
Iride che portava non teneri ordini alla sorella,
se Turno non si ritiri dalle
alte mura dei Teucri. 805
Dunque il giovane né può resistere tanto con lo scudo
né la destra ha vigore, lanciati così da
ogni parte i dardi
è travolto. Il cavo elmo stride continuamente attorno
alle tempie con strepito ed i solidi bronzi ed i
pennacchi
sconvolti cedono dal capo né l'umbone basta per i colpi; 810
sia i Troiani sia lo stesso Mnesteo
fulmineo
raddoppiano. Allora da tutto il corpo il sudore
si scioglie e forma un flusso di pece né ( c'è)
possibilità
di respirare, un affanno malato scuote le stanche membra.
Allora finalmente a capofitto con un salto si buttò
nel fiume 815
contutte le armi. Quello col suo gorgo biondo
l'accolse mentre giungeva e lo sollevò con le morbide
onde
e lo restituì lieto ai compagni, lavata la strage.
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- Letteratura Latina
- Libro 9
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