De Bello Gallico, Libro VIII - Par. 11 - Studentville

De Bello Gallico, Libro VIII - Par. 11

Caesar, cum animadverteret hostem complures dies castris

palude et loci natura munitis se tenere neque oppugnari castra eorum sine dimicatione perniciosa nec locum munitionibus claudi

nisi a maiore exercitu posse, litteras ad Trebonium mittit, ut quam celerrime posset legionem XIlI, quae cum T. Sextio legato

in Biturigibus hiemabat, arcesseret atque ita cum tribus legionibus magnis itineribus ad se veniret; ipse equites in vicem

Remorum ac Lingonum reliquarumque civitatum, quorum magnum numerum evocaverat, praesidio pabulationibus mittit, qui subitas

hostium incursiones sustinerent.

Versione tradotta

Cesare, constatato che ormai da parecchi giorni il nemico si teneva nell'accampamento,

difeso dalla palude e dalla conformazione naturale della zona, si era anche reso conto che non poteva né espugnare il loro

campo senza un combattimento rovinoso, né circondarlo con opere d'assedio, a meno dell'impiego di truppe più ingenti.

Allora invia una lettera a Trebonio, ordinandogli di richiamare quanto prima la tredicesima legione (che svernava nelle terre

dei Biturigi con il legato T. Sestio) e di raggiungerlo con le tre legioni a marce forzate. Intanto, ai cavalieri dei Remi, dei

Lingoni e degli altri popoli, che aveva richiesto in gran numero, dà l'incombenza di scortare a turno i nostri in cerca di

foraggio, per proteggerli da improvvisi attacchi dei nemici.

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