L'imperatore Severo Alessandro parla in senato - Studentville

L'imperatore Severo Alessandro parla in senato

Post triumphum Romam imperator Severus venit et apud senatum talia verba habuit die VII kalendas Octobres: «Persas, patres conscripti, vicimus. Longum sermonem non faciam, tantum Persarum arma et opes bellicas et apparatus enumerabo. Erant iis iam primum elephanti septingenti turriti cum sagittariis et onere sagittarum. Ex iis triginta cepimus, ducenti interfecti sunt, decem et octo perduximus. Falcati currus mille octingenti. Adducére interfectorum animalium currus ducentos potuimus, sed id facere supersedimus. Centum et viginti milia equitum hostium fudimus, cataphractarios, quos illi clibanarios vocant, decem milia in bello interemimus, eorum armis nostros armavimus. Multos Persarum cepimus eosque vendidimus. Terras interamnanas Mesopotamiae scilicet, quae ab Helagabalo neglectae erant, recepimus. Artaxerxen, potentissimum regem tam re quam nomine, postquam fuderamus. Haec, patres conscripti, gesta sunt. Vos supplicationem decernetis, ne diis ingrati simus».

Versione tradotta

Dopo il trionfo l'imperatore Severo giunse a Roma e presso il Senato, il 25 settembre, pronunciò tali parole: "Senatori, abbiamo sconfitto i Persiani". Non farò un lungo discorso, enumererò soltanto le armi, le forze militari e gli equipaggiamenti dei persiani. Essi avevano fin dall'inizio settecento elefanti muniti di torri, con gli arcieri e il peso delle frecce. Di questi ne abbiamo presi trenta, duecento sono stati uccisi, diciotto li abbiamo condotti fin qui. Milleottocento carri muniti di falce. Avremmo potuto portare qui duecento carri di animali uccisi, ma abbiamo rinunciato a fare ciò. Abbiamo messo in fuga 120 mila cavalieri nemici, abbiamo ucciso in battaglia 10 mila soldati con corazza, che essi chiamano corazzieri e abbiamo armato i nostri con le loro armi. Abbiamo catturato molti fra i Persiani e li abbiamo venduti. Abbiamo riconquistato le terre tra due fiumi,
cioè della Mesopotamia, che erano state abbandonate da Eliogabalo. Dopo che avevamo sbaragliato Artaserse, potentissimo re tanto di fatto quanto di nome. Queste imprese, senatori inscritti, furono compiute. Voi decretate l'azione di grazia, affinché non siamo ingrati agli dèi.

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  • Lingua Magistra 1
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