Haec cum animadverterit, perspiciat deinceps quonam modo tractandus sit discentis animus. Sunt quidam, nisi institeris, remissi, quidam imperia indignantur, quosdam continet metus, quosdam debilitat; alios continuatio extundit, in aliis plus impetus facit. Mihi ille detur puer quem laus excitet, quem gloria iuvet, qui victus fleat.
Hic erit alendus ambitu, hunc mordebit obiurgatio, hunc honor excitabit, in hoc desidiam numquam verebor. Danda est omnibus aliqua remissio, non solum quia nulla res est quae perferre possit continuum laborem, atque ea quoque quae sensu et anima carent, ut servare vim suam possint, velut quiete alterna retenduntur, sed quod studium discendi voluntate, quae cogi non potest, constat. Itaque et virium plus adferunt ad discendum renovati ac recentes et acriorem animum, qui fere necessitatibus repugnat.
Versione tradotta
Avendo intuito queste cose, consideri poi in che modo bisogna trattare l'animo dell'allievo. Alcuni, se non gli sarai stato sopra, sono indolenti, altri si indignano per gli ordini, alcuni li contiene il timore, alcuni li infiacchisce; altri un impegno continuo li forma, in altri è più efficace uno slancio (improvviso). Mi sia dato quel fanciullo che la lode stimola, che la gloria aiuta, che piange se sconfitto. Questo bisognerà formarlo con l'ambizione, il rimproverò lo corroderà, l'onore lo esalterà, e mai avrò paura che in questo ci sia pigrizia. Bisogna concedere a tutti un po' di riposo, non solo perché non c'è alcuna cosa che possa sopportare una fatica continua, - e anche quelle cose che sono prive di senso e anima, affinché possano conservare la propria forza si distendono con quiete alterna -, ma perché la voglia di imparare si basa sulla volontà, che non si può imporre. Così rinvigoriti e freschi, mettono nell'imparare più forze e un animo più vivo, che di solito si ribella alle imposizioni.
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