Nelle cronache dei giornali sono ormai tristemente frequenti episodi, più o meno gravi, di violenza sui minori, violenza che sta diventando una delle realtà sociali più drammatiche del nostro secolo. Generalmente si tratta di episodi che si ripetono da anni, al riparo delle mura domestiche e celati dietro un’apparenza di “normalità” familiare. Spesso dietro questa apparente normalità esiste una violenza continua e perpetrata ai danni di chi è assolutamente incapace di difendersi, ossia dei bambini, la cui unica colpa è stata quella di nascere. E si tratta di bambini di ogni età e di ogni condizione sociale, anche se è vero che la violenza è più frequente in situazioni sociali e culturali più degradate. Infatti, là dove esistono disoccupazione, miseria, assenza assoluta di igiene, il vero problema diventa, soprattutto per l’infanzia, quello della sopravvivenza. Le violenza morali e fisiche, che si pensava fossero una triste ed esclusiva prerogativa dei paesi del Terzo Mondo, esistono purtroppo anche nella nostra società e non sono una realtà marginale; è in questo ambito che cresce e prolifera la violenza sui minori e lo sfruttamento dei bambini. Ma è anche vero che sono stati riscontrati casi di aggressioni sui minori anche nelle famiglie più agiate, anche fra i ceti benestanti. Maltrattamenti, violenza sui minori, violenze sessuali e abusi psicologici sono tutti ingredienti di una violenza sui minori segreta, ma diffusa ed inquietante. Da qualche anno, è nata la prima iniziativa per la protezione dell’infanzia: il telefono azzurro. Grazie a tale iniziativa e alla preziosa collaborazione di psicologi e assistenti sociali, si è potuta tracciare una “mappa” della violenza sui minori, dei modi in cui si manifesta e dei luoghi in cui matura. Si tratta essenzialmente di violenza fisica e sessuale sui bambini di entrambi i sessi e di età anche giovanissima. Molto spesso questi abusi sessuali avvengono sotto gli occhi della madre che non ha il coraggio di sporgere denuncia, né di impedire la continuazione della violenza. Dal mondo degli adulti arrivano nuove minacce: bambini arruolati dalla criminalità organizzata per spacciare droga, minorenni ingaggiati dall’industria pornografica per produrre materiale hard.
Un discorso a parte merita il problema dei bambini impiegati nel lavoro nero. Non basta, infatti, raccogliere dalla strada centinaia di bambini, ragazzi e ragazze, troppo giovani e troppo malpagati, impiegati in lavori faticosi non basta punire i datori di lavoro, cercare e condannare i genitori, ma occorre prevenire il fenomeno. È davvero triste vedere ragazzini che, invece di studiare e divertirsi, cuciono scarpe e tagliano palloni. Indipendentemente dal fatto che questi ragazzini sono stati costretti dai genitori o dalle disagevoli condizioni di vita, resta, comunque, la drammaticità e l’ingiustizia di un fenomeno che rientra nell’ambito del problema dello sfruttamento minorile e della violenza, anche se non direttamente fisica, su individui che non sono in condizioni di difendersi. La violenza sui minori non può essere considerata meno grave di altre, solo perché meno eclatante.
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