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Locke: I componenti della conoscenza umana Questo, dunque, è il mio scopo di indagare sull’origine, la certezza e l’estensione della conoscenza umana2 , insieme ai fondamenti e ai gradi della credenza3, dell’opinione4 e dell’assenso5; non mi voglio quindi immischiare nella considerazione fisica dello spirito o disturbarmi a esaminare in che cosa consiste la sua essenza, o con quali moti dello spirito o alterazioni del corpo veniamo ad avere sensazioni6 medianti i nostri organi o idee7 nel nostro intelletto, 1. Vita e opere- John Locke nacque nel 1632 da una famiglia puritana della media borghesia .Nel 1652 andò all’università di Oxford, una delle università più importanti di quel periodo, diventata un centro di studi aperto verso la nuova scienza. Si iscrisse alla Facoltà di Medicina e contemporaneamente si dedicò a problemi filosofici, studiando Cartesio e Hobbes. Le opere principali di Locke sono: Saggi sulla legge di natura, Saggio sulla tolleranza, due trattati sul governo e nel 1660 scrisse l’opera più importante: il Saggio sull’intelletto umano. Quest’opera propone originalmente l’esame della nostra facoltà conoscitiva per determinarne le possibilità, ma nel contempo anche i limiti, non accada di oltrepassarli senza accorgersene, inseguendo questioni che superano le nostre capacità. La ricerca si articola in quattro libri: Non esistono principi né idee innate; Le idee; Le parole; La conoscenza e la probabilità. 2. La conoscenza umana- Per Locke la conoscenza umana è la percezione dell’accordo o disaccordo tra le idee. Essa è di due tipi: intuitiva, cioè immediata e chiara ,perciò non bisogna di alcuna prova; dimostrativa, o per prova, ottenuta mediante una serie più o meno complicata di passaggi, ognuno dei quali , però, singolarmente considerato, è pur sempre di carattere intuitivo. La conoscenza non può quindi andare al di là delle idee che possediamo e non può avere la pretesa di estendersi all’intero universo. Possiamo tuttavia pervenire alla conoscenza dell’esistenza reale delle cose, e ciò in tre modi: conosciamo intuitivamente, senza bisogno di prova ,la nostra propria esistenza; dimostrativamente , quella di Dio; per sensazione, infine, l’esistenza delle cose fuori di noi. 3. Credenza- Lo stato soggettivo che si contrappone al dubbio, ma che rimane inferiore allo stato della certezza. Locke la definisce come la forma più intensa che può avere l’assenso rivolto a quanto è ritenuto soltanto probabile. Si tratta comunque della credenza naturale, contrasto con la credenza che si ritenga soprannaturalmente ispirata, la fede .La credenza ha per oggetto le cose sensibili, e perciò è più elevata dell’immaginazione, ma appartiene ancora al campo dell’opinione, in contrasto con la scienza o conoscenza ideale, che ha per oggetto le verità eterne. 4. Opinione- secondo Locke l’opinione pur essendo una semplice presunzione di verità è nondimeno indispensabile per la condotta umana. 5. Assenso- Atto volontario per cui l’intelletto aderisce alla rappresentazione di un oggetto. La duplice natura, percettiva e volontaria, dell’assenso, era stata utilizzata da san Tommaso per distinguere le conoscenze naturali da quelle rivelate, che richiedono un assenso esplicito e volontario. L’accentuazione della componente volontaristica dell’assenso condusse Occam a collegarlo all’errore: l’evidenza non richiede assenso, che interviene quando si vuole conferire o negare evidenza a qualcosa. Questa accezione si trasmise nella filosofia moderna: così, per Cartesio, Spinoza e Locke l’assenso è un atto di volontà con cui essa afferma o nega le idee che l’intelletto presenta. 6. Sensazioni- Secondo Locke l’intero processo della conoscenza è fondato sulla sensazione: il sentire, sebbene insufficiente a dar compimento all’atto del conoscere, è però indispensabile al pensare, poiché ogni conoscenza ha origine nei sensi. Questo concetto è contenuto in una delle massime più famose di Locke N (segue nel file da scaricare)
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