Malcolm X: storia e pensiero - Studentville

Malcolm X: storia e pensiero

Soprannominato “il nero più arrabbiato d’America“, Malcolm X ‒ dove la “X” implica il rifiuto di un cognome legato alla schiavitù dei suoi antenati ‒ ha saputo trasformare la sua vita da criminale di strada a leader mondiale di straordinario carisma.

L’educazione familiare

Malcolm Little nasce il 19 maggio 1925 a Omaha, Nebraska. Earl Little, suo padre, non era un semplice predicatore battista: come membro attivo dell’UNIA (Universal Negro Improvement Association), aveva perso un occhio e tre fratelli per violenze razziali; era convinto che i neri non potessero ottenere dignità negli USA e trasmette questa convinzione ai suoi numerosi figli, tra i quali Malcolm era l’unico ammesso alle riunioni segrete dell’UNIA. A differenza della maggior parte delle famiglie afroamericane dell’epoca, però, i Little erano autosufficienti: possedevano una casa con terreno, coltivavano ortaggi e allevavano animali.

La vita di Malcolm cambia drasticamente nel 1929 quando la Black Legion (gruppo suprematista bianco) incendia la loro casa. Due anni dopo, suo padre viene aggredito e abbandonato sui binari del tram: le autorità classificano il decesso come suicidio, negando così alla famiglia il risarcimento dell’assicurazione. La madre Louise inizia presto a manifestare disturbi mentali e la famiglia cade in povertà, sopravvivendo con sussidi minimi e lavori saltuari, mentre Malcolm e i fratelli cacciavano animali selvatici e rubacchiavano nei negozi per sfamarsi.

Gli anni formativi

Vista la situazione familiare, nel 1936 Malcolm viene dato in affidamento ma, sorpreso a fare piccoli furti, finisce in riformatorio. Qui si appassiona allo studio e ottiene buoni risultati così chiede di trasferirsi dalla sorellastra Ella nel ghetto nero di Boston, Roxbury. Nel frattempo, sua madre viene ricoverata nell’ospedale psichiatrico di Kalamazoo.

A Boston, nonostante le raccomandazioni della sorella, Malcolm si immerge subito nella vita del ghetto. Inizia a lavorare come lustrascarpe in una sala da ballo, ma presto si trova a bere, fumare, consumare droghe e scommettere alle corse. In quegli anni cambia numerosi lavori, inizia una relazione con una ragazza bianca e condivide un appartamento con un amico, Shorty. 

I crimini e la cattura

Nel 1942, Malcolm si stabilisce definitivamente a New York, lavorando come cameriere e giocando le mance nelle lotterie clandestine. Prende in affitto una stanza in una casa di appuntamenti e inizia a sfruttare la prostituzione: quando un poliziotto in borghese lo coglie in flagrante, perde lavoro e alloggio. Inizia quindi a dedicarsi allo spaccio di marijuana e presto diventa talmente noto alle autorità che inizia a spacciare anche in altre città; infine, entra nel giro delle lotterie clandestine e dei furti in appartamento. La carriera criminale termina quando porta a riparare un orologio rubato: arrestato, nel febbraio 1946 viene condannato a 10 anni, nonostante la pena standard per furto con scasso sia di soli due anni.

La rinascita in carcere

Durante gli anni di detenzione, Malcolm scopre il potere trasformativo della lettura. Ottiene il permesso di tenere libri in cella e legge incessantemente: la lettura segna l’inizio della sua trasformazione da criminale a intellettuale e leader che avrebbe cambiato la storia del movimento per i diritti civili americano.

Dietro le sbarre, Malcolm affronta anche la sua dipendenza da cocaina e inizia corsi per corrispondenza di storia e letteratura, sfruttando al meglio il tempo della reclusione.

Il confronto epistolare con il fratello Philbert, convertito all’Islam, diventa fondamentale e Malcolm inizia a vedere il cristianesimo come retaggio della schiavitù imposta dai bianchi. Questa consapevolezza lo trasforma: abbandona fumo e carne di maiale e rifiuta il cognome ereditato dai padroni bianchi, diventando semplicemente ” Malcolm X”.

La corrispondenza con Elijah Muhammad, leader della Nation of Islam, invece, lo spinge a studiare ancora più intensamente per arricchire il suo vocabolario e migliorare la scrittura: è l’inizio di una rinascita intellettuale che trasformerà il piccolo criminale in un oratore formidabile.

Predicatore per le strade

Nell’agosto 1952, ottenuta la libertà vigilata, Malcolm X si trasferisce dal fratello Wilfred, devoto frequentatore del tempio numero uno di Detroit. Pur svolgendo lavori umili per mantenersi, dedica ogni momento libero al proselitismo nei bar e per le strade, cercando di convincere gli afroamericani a partecipare alle funzioni religiose. Quando viene convocato all’ufficio di leva per la guerra di Corea, si dichiara senza esitazione musulmano e obiettore di coscienza, segnando un’altra tappa della sua evoluzione personale.

Presto inizia a parlare alle assemblee del tempio e diventa assistente pastore. Dopo un breve periodo alle catene di montaggio della Ford, nel giugno 1954 compie la scelta definitiva: diventa predicatore a tempo pieno. 

L’amore secondo Malcolm X

La visione di Malcolm sui rapporti con le donne si basa su principi tradizionali: la costruzione della famiglia e l’equilibrio della coppia, dove l’uomo comanda e la donna rispetta. Nonostante questo apparente distacco dal mondo femminile, il suo cuore non resta indifferente all’incontro con una “sorella” della comunità musulmana.

A New York conosce Betty Sanders, nativa di Detroit, una delle poche fedeli ad aver frequentato il college: quando i genitori adottivi l’avevano messa di fronte alla scelta tra il mantenimento agli studi e la frequentazione dei musulmani, Betty aveva scelto la fede, rendendosi economicamente indipendente. Il 14 gennaio 1958, i due si sposano in Indiana; la prima figlia nasce nel novembre dello stesso anno, e la famiglia si trasferisce nel Queens, New York, dove Malcolm continua a predicare con enorme successo, specialmente tra i giovani e gli immigrati.

L’ascesa e il conflitto nella Nation of Islam

Come braccio destro di Elijah Muhammad, Malcolm assume ruoli sempre più decisivi all’interno della Nation of Islam. Questo rapido avanzamento genera invidie e ostilità tra gli altri esponenti del movimento e la tensione aumenta quando, nel 1959, un servizio giornalistico evidenzia come l’organizzazione proponga essenzialmente un razzismo a rovescio, insistendo sulla completa separazione dai bianchi.

In risposta alle critiche mediatiche, Malcolm intensifica la sua presenza pubblica. Partecipa a numerosi dibattiti e raduni riservati esclusivamente agli afroamericani e la sua voce diventa sempre più potente e inconfondibile nel panorama dei diritti civili.

Lo scontro con l’establishment

Nel 1962, il suo spazio su “Muhammad Speaks”, il giornale ufficiale della Nation of Islam, viene progressivamente ridotto: è una chiara ritorsione orchestrata dagli altri membri del movimento. Anziché moderare la sua posizione, Malcolm inizia a manifestare pubblicamente il suo dissenso verso le politiche interne dell’organizzazione. La sua critica feroce al pacifismo di Martin Luther King segna un punto di rottura con la corrente principale del movimento per i diritti civili.

La critica alla marcia su Washington del 1963, durante la quale la Casa Bianca invita i leader del movimento per i diritti civili a un confronto, rappresenta un altro passo verso la rottura con Elijah Muhammad. Il distacco definitivo arriva quando due ex segretarie denunciano il leader come padre di quattro figli illegittimi: Malcolm non può tollerare tale condotta immorale e abbandona il movimento che lo aveva formato.

Un orizzonte più ampio: i viaggi e la trasformazione

Libero dai vincoli della Nation of Islam, Malcolm X inizia una serie di viaggi internazionali con l’obiettivo ambizioso di costruire una “sovrastruttura nera” che superasse divisioni nazionali ed etniche. Nel 1964, grazie al supporto economico della sorella Ella, compie il pellegrinaggio alla Mecca, un’esperienza che trasforma profondamente la sua visione. Si avvicina così all’Islam sunnita e ottiene il riconoscimento ufficiale del tribunale del comitato per lo Hajj, che iscrive il suo nome nel Sacro Registro come el-Hajj Malik el-Shabazz.

Da questo viaggio torna anche con un’altra consapevolezza: lì il colore della pelle è completamente irrilevante nelle relazioni sociali (pur notando la persistente segregazione femminile), esperienza che lo porta a riconsiderare le sue posizioni separatiste. Al ritorno negli Stati Uniti, fonda due nuove organizzazioni: la Muslim Mosque Inc., movimento religioso, e l’Organization of Afro-American Unity, gruppo politico che riflette la sua evoluzione ideologica.

Il prezzo della libertà di pensiero

La sua indipendenza politica e intellettuale gli costa cara: Malcolm inizia a ricevere numerose minacce di morte e diversi attentati. Il primo fallisce quando l’incaricato, suo ammiratore, gli confessa il piano, ma a questo seguono un tentativo di avvelenamento e un attacco esplosivo che mette in pericolo lui e la sua famiglia.

Il 21 febbraio 1965, mentre si prepara a parlare all’Audubon Hall di New York, tre uomini seduti in prima fila, tutti membri della Nation of Islam, lo uccidono con 16 colpi di pistola. Si spegne così, a soli 39 anni, una delle voci più potenti nella lotta per i diritti degli afroamericani.

L’eredità di un pensiero in evoluzione

Malcolm X ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dei diritti umani negli Stati Uniti. Ha iniziato come sostenitore del nazionalismo nero sotto l’influenza della Nation of Islam e promuoveva la separazione razziale e l’autosufficienza delle comunità afroamericane; il suo approccio, in netto contrasto con il pacifismo di King, sosteneva che gli oppressi dovessero difendersi “con ogni mezzo necessario”. Dopo il viaggio pellegrinaggio alla Mecca, però, la sua visione si allarga verso una prospettiva più inclusiva, riconoscendo la possibilità di solidarietà interrazziale. Verso la fine della sua vita, si sposta verso posizioni più moderate, senza abbandonare mai i principi fondamentali dell’autodeterminazione e dell’orgoglio nero e testimoniando, attraverso il suo difficile ma entusiasmante percorso personale, la complessità della lotta contro l’oppressione razziale.

Malcolm X: le frasi celebri

  • Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente; si limitano a piangere della propria situazione. Ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose.
  • È impossibile per una persona bianca credere nel capitalismo e non credere nel razzismo. Non puoi avere il capitalismo senza razzismo.
  • Non si può separare la pace dalla libertà perché chi non è libero non può essere in pace.
  • Nessuno può darti la libertà. Nessuno può darti l’uguaglianza o la giustizia o qualsiasi altra cosa. Se sei un uomo, te le prendi.
  • Vogliamo ottenere la libertà con tutti i mezzi necessari. Vogliamo ottenere la giustizia con tutti i mezzi necessari. Vogliamo ottenere l’uguaglianza con tutti i mezzi necessari.

Malcolm X in pillole

Qual è il significato della “X” di Malcolm?
La “X” simboleggia il cognome africano perduto con la schiavitù. Malcolm abbandonò “Little” per affermare la propria identità e indipendenza.

Cosa sosteneva Malcolm X?
Malcolm X lottava per i diritti degli afroamericani. Inizialmente sosteneva la separazione dai bianchi e l’autodifesa, ma dopo un viaggio alla Mecca promosse l’uguaglianza tra le razze.

Qual era il rapporto tra Malcolm X e Martin Luther King?
Pur condividendo l’obiettivo della giustizia per gli afroamericani, Malcolm X e Martin Luther King avevano strategie opposte: King predicava la non violenza come Gandhi, mentre Malcolm X sosteneva l’autodifesa. Solo nel 1964 iniziarono a riconoscere punti di contatto.

Come è cambiato il pensiero di Malcolm X nel tempo?
Da militante radicale della Nation of Islam a leader più inclusivo: dopo il viaggio alla Mecca, abbandonò la retorica separatista e si aprì all’idea di unità tra le razze.

Chi uccise Malcolm X?
Malcolm X fu assassinato il 21 febbraio 1965 a New York da tre membri della Nation of Islam, tra cui Talmadge Hayer. Il caso ha sollevato dubbi su possibili coinvolgimenti governativi.

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