Marco Aurelio (161-180) e Commodo (180-192)
Ad Antonino successe Marco Aurelio, spagnolo d'origine, filosofo storico autore della famosa opera Ricordi. Il suo regno non fu tranquillo, essendo stato turbato dalla guerra contro i Parti (161-166), che lo spinse ad associarsi nell'impero il fratello adottivo Lucio Vero con tutti i poteri, eccetto naturalmente il sommo sacerdozio, e dalla minaccia germanica sul confine danubiano.
Marco Aurelio conservò sempre verso il Senato deferenza e rispetto; tuttavia ripristinò la divisione dell'Italia in quattro distretti affidati a funzionari di nomina imperiale scelti fra senatori di grado pretorio.
Con lui cessò il sistema della successione per adozione, che aveva dato così buoni risultati per quasi un secolo: lasciò l'Impero al figlio Commodo che non aveva nessuna delle qualità del padre, nè tendenza a seguire l'esempio dei suoi predecessori; riprese infatti sistemi tirannici e pretese di essere adorato come un dio. Fu soprattutto l'imperatore della plebe romana, che favorì' con calmieri e altre misure; violento e brutale, avverso alle classi alte, si urtò col Senato, provocando una congiura di Senatori che fu scoperta; si affidò a favoriti e aumentò le retribuzioni all'esercito per ottenerne l'appoggio, ma morì assassinato alla fine dell'anno 192.
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