MASSIMO D’AZEGLIO: VITA E OPERE. Massimo D’Azeglio è un patriota e scrittore italiano, vissuto a Torino dal 1798 al 1866. E’ stato pittore, scrittore e politico, partecipa alla prima guerra di indipendenza ed è stato ministro del Piemonte. In questa veste promuove riforme per migliorare i rapporti tra Stato e Chiesa. Mantiene sempre posizioni antiaustriache e collabora spesso con Cavour. Si oppone all’unificazione dell’Italia, giudicandola immatura. Nel 1831 frequenta a Milano il Manzoni e sposa la figlia Giulia. In questo periodo scrve i suoi romanzi come Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta (1833), Niccolò de’ Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841), La lega lombarda, pubblicato postumo nel 1871. Tra gli anni 1843-44 sviluppa una passione per la politica e nel 1845 fa un viaggio per le Romagne da parte del movimento liberale. Al ritorno scrive Gli ultimi casi di Romagna (1846) contro le sette e il papato. Per questo motivo viene espulso dal governo della Toscana. Con l’avvento di Pio IX riesce a realizzare il suo programma politico liberale moderato.
MASSIMO D’AZEGLIO: GLI SCRITTI POLITICI. Partecipa alla prima guerra di indipendenza e viene accusato da repubblicani del fallimento della guerra del 1848-49, dunque decide di rifutare di formare il ministero piemontese, ma successivamente accetta essendo stato convinto dal re. Con le leggi Siccardi riforma radicalmente i rapporti tra stato e chiesa. Nonostante le pressioni austriache riuscì a mantenere il sistema costituzionale, ma nel 1852 si dimette. Successivamente ha incarichi politici di minore importanza e si impegna in scritti politici. Aiuta Cavour nella guerra in Crimea, ma il suo conservatorismo gli impediscono di comprendere a fondo gli eventi del 1860, per cui si oppone all’unificazione della penisola italana. Si scaglia inoltre contro l’idea di portare la capitale a Roma pubblicando l’opuscono Questioni urgenti (1861). Rimasto solo con le sue idee, scrive per gli italiani “ancora da fare” I miei ricordi, opera incompiuta: i ricordi infatti si fermano al 1846 e l’opera viene pubblicata postuma nel 1867.
- Letteratura Italiana