FILOSOFIA DI KANT: RIASSUNTO
Immanuel Kant è il maggior rappresentante dell’illuminismo tedesco, il problema fondamentale della sua riflessione è quella di determinare il fine supremo della ragione e attraverso di esso formare un sistema complessivo del sapere e della cultura. Il suo percorso filosofico può essere distinto in due periodi fondamentali:
– Il periodo precritico, durante il quale Kant si dedica allo studio dei fenomeni della natura, e cerca di trovare un metodo filosofico rigoroso, ad avere una conoscenza e certezza metafisica simile a quello delle scienze , come matematica e fisica, per arrivare. Egli critica perciò, la metafisica tradizionale che pretende di andare oltre i limiti dell’esperienza sensibile contrapponendole una metafisica come “scienza dei limiti della ragione”.
– Il periodo cosiddetto “critico” dal 1771 al 1790.
Critica della ragion pura (1781)
Kant si propone di sottoporre a giudizio la ragione umana. Per Critica della ragion pura intende l’indagine rigorosa della capacità della ragione riguardo a tutte le conoscenze a cui può aspirare a prescindere dall’esperienza. La conoscenza derivante dall’esperienza viene chiamata a Posteriori, e quella indipendente dall’esperienza è chiamata a Priori e perciò è universale e necessaria. Kant si chiede com’è possibile la scienza (la fisica, geometria, aritmetica) che opera con giudizi sintetici a priori? È possibile una metafisica come scienza? Le condizioni di possibilità della scienza e delle conoscenze risiedono negli elementi a priori che ordinano le impressioni, infatti: l’oggetto dell’esperienza risulta da una sintesi tra un dato della sensibilità e un elemento a priori, che Kant definisce Fenomeno.
La Critica della ragion pura si divide in:
- Estetica trascendentale, studia le forme pure della sensibilità, cioè Spazio e Tempo, che condizionano il modo di apparire a noi delle cose.
- Logica trascendentale tratta dei concetti puri , o categorie dell’intelletto (12 categorie) e si divide a sua volta in Dialettica trascendentale e Analitica trascendentale (=dottrina delle forme a priori dell’intelletto), dei concetti e dei principi. L’intelletto è la facoltà mediante la quale gli oggetti vengono ‘pensati’, ovvero le intuizioni sensibili vengono elaborate, unificate, in concetti.
- L’Analitica dei Concetti: Kant si propone di ricercare tutte le forme a priori dell’intelletto e per far ciò rileva che la funzione propria dei concetti consiste nell’unificare, nell’ordinare un molteplice sotto una rappresentazione comune attraverso l’attività di Sintesi. I concetti possono essere empirici, quando il molteplice è costituito da determinate sensazioni e concetti puri, che unificano solo le intuizioni pure di spazio e tempo. I concetti puri che sono pure forme unificanti o sintetizzatrici, sono le forme a priori dell’intelletto o Categorie , cioè modi di funzionare del pensiero.
- L’Analitica dei principi insegna ad applicare ai fenomeni i concetti. Pensare e conoscere non sono la stessa cosa, un oggetto può essere pensato mediante le categorie ma può essere conosciuto solo tramite intuizioni sensibili di spazio e tempo. Di qui la distinzione kantiana tra Noumeno, ciò che è solo pensabile, e Fenomeno. La scienza può studiare solo il fenomeno, cioè le cose come appaiono e non come sono. La dialettica trascendentale, dottrina delle forme a priori della ragione, intende dimostrare che i giudizi sintetici a priori valgono solo per i fenomeni e non per le cose in sé o noumeni. La Dialettica è intesa da Kant come logica dell’apparenza. La Ragione è l’Intelletto in quanto si spinge al di là dell’esperienza cadendo così, in una serie di errori naturali,, in quanto la tendenza dell’intelletto ad andare oltre l’esperienza non può essere eliminata.Se l’Intelletto è la facoltà di giudicare, così la Ragione è la facoltà di sillogizzare. Mentre il giudizio contiene sempre un elemento fornito dall’intuizione sensibile, il sillogismo si muove su puri concetti, prescindendo dall’esperienza.
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Critica della ragion pratica (1788)
La Critica della ragion pratica si propone la ricerca delle condizioni della morale. Nell’uomo è presente una Legge Morale che lo comanda come un Imperativo Categorico, cioè incondizionatamente. L’uomo sente di dover obbedire alla ragione come una forma di legge del dovere, “il dovere per il dovere”, universale e che ha come fine il rispetto della persona umana, postulando la libertà, l’immortalità dell’anima e l’ esistenza di Dio.
Critica del Giudizio (1790)
L’attività del giudizio è l’argomento trattato nell’opera, questa attività deve scorgere sul mondo fenomenico il riflesso del regno dei fini (cioè secondo i dettami della legge morale), e lo può fare in due modi: come giudizio determinante o come giudizio riflettente. Il primo è quello del giudizio gnoseologico e morale, mentre l’esigenza del giudizio riflettente può essere estetico o finalistico.
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