Miltiades 5 - Studentville

Miltiades 5

Hoc in tempore nulla civitas Atheniensibus auxilio fuit praeter Plataeenses. Ea mille misit

militum. Itaque horum adventu decem milia armatorum completa sunt; quae manus mirabili flagrabat pugnandi cupiditate. Quo

factum est, ut plus quam collegae Miltiades valeret. Eius ergo auctoritate impulsi Athenienses copias ex urbe eduxerunt locoque

idoneo castra fecerunt. Dein postero die sub montis radicibus acie [e] regione instructa non apertissuma – namque arbores

multis locis erant rarae – proelium commiserunt hoc consilio, ut et montium altitudine tegerentur et arborum tractu equitatus

hostium impediretur, ne multitudine clauderentur. Datis etsi non aequum locum videbat suis, tamen fretus numero copiarum suarum

confligere cupiebat eoque magis, quod, priusquam Lacedaemonii subsidio venirent, dimicare utile arbitrabatur. Itaque in aciem

peditum centum, equitum decem milia produxit proeliumque commisit. In quo tanto plus virtute valuerunt Athenienses, ut

decemplicem numerum hostium profligarint adeoque perterruerint, ut Persae non castra, sed naves petierint. Qua pugna nihil

adhuc exstitit nobilius. Nulla enim umquam tam exigua manus tantas opes prostravit.

Versione tradotta

In questo tempo nessuna città fu di aiuto agli

Ateniesi, tranne Platea. Questa inviò mille soldati. Pertanto, con l’arrivo di questi, si raggiunse il numero complessivo di

diecimila armati; e questo manipolo ardeva dallo straordinario desiderio di combattere. Per cui successe che Milziade avesse

maggiore potere tra i suoi colleghi. Mossi gli Ateniesi, dunque, dalla sua autorevolezza portarono le truppe fuori dalla città

e, in un luogo opportuno, allestirono l’accampamento. Quindi, il giorno seguente, ai piedi di un monte, schierato l’esercito in

un luogo non molto scoperto, - infatti, gli alberi in molte zone erano rari - attaccarono battaglia con questo scopo: per

essere protetti dall’altezza dei monti e perché la cavalleria nemica fosse ostacolata dai filari di alberi, affinché gli

Ateniesi non fossero circondati dalla moltitudine. Dati (generale persiano sconfitto in questa battaglia), anche se vedeva per

i suoi una sfavorevole situazione, tuttavia, avendo fiducia nel numero delle sue truppe, desiderava combattere, tanto più che

riteneva utile combattere prima che gli Spartani arrivassero col rinforzo. Perciò schierò in campo cento fanti e diecimila

cavalieri e attaccò battaglia. E in questa (battaglia) gli Ateniesi furono così tanto superiori in valore che sconfissero un

numero dieci volte maggiore di nemici; e spaventarono a tal punto che i Persiani si rifugiarono non nell’accampamento ma nelle

navi. Non c’è stata sinora alcuna battaglia più celebre di questa: mai in nessuna battaglia, infatti, un così piccolo manipolo

distrusse forze così ingenti.

  • Letteratura Latina
  • Miltiades (De viris illustribus) di Cornelio Nepote
  • Cornelio Nepote
  • De viris illustribus

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