Hoc in tempore nulla civitas Atheniensibus auxilio fuit praeter Plataeenses. Ea mille misit
militum. Itaque horum adventu decem milia armatorum completa sunt; quae manus mirabili flagrabat pugnandi cupiditate. Quo
factum est, ut plus quam collegae Miltiades valeret. Eius ergo auctoritate impulsi Athenienses copias ex urbe eduxerunt locoque
idoneo castra fecerunt. Dein postero die sub montis radicibus acie [e] regione instructa non apertissuma – namque arbores
multis locis erant rarae – proelium commiserunt hoc consilio, ut et montium altitudine tegerentur et arborum tractu equitatus
hostium impediretur, ne multitudine clauderentur. Datis etsi non aequum locum videbat suis, tamen fretus numero copiarum suarum
confligere cupiebat eoque magis, quod, priusquam Lacedaemonii subsidio venirent, dimicare utile arbitrabatur. Itaque in aciem
peditum centum, equitum decem milia produxit proeliumque commisit. In quo tanto plus virtute valuerunt Athenienses, ut
decemplicem numerum hostium profligarint adeoque perterruerint, ut Persae non castra, sed naves petierint. Qua pugna nihil
adhuc exstitit nobilius. Nulla enim umquam tam exigua manus tantas opes prostravit.
Versione tradotta
In questo tempo nessuna città fu di aiuto agli
Ateniesi, tranne Platea. Questa inviò mille soldati. Pertanto, con larrivo di questi, si raggiunse il numero complessivo di
diecimila armati; e questo manipolo ardeva dallo straordinario desiderio di combattere. Per cui successe che Milziade avesse
maggiore potere tra i suoi colleghi. Mossi gli Ateniesi, dunque, dalla sua autorevolezza portarono le truppe fuori dalla città
e, in un luogo opportuno, allestirono laccampamento. Quindi, il giorno seguente, ai piedi di un monte, schierato lesercito in
un luogo non molto scoperto, - infatti, gli alberi in molte zone erano rari - attaccarono battaglia con questo scopo: per
essere protetti dallaltezza dei monti e perché la cavalleria nemica fosse ostacolata dai filari di alberi, affinché gli
Ateniesi non fossero circondati dalla moltitudine. Dati (generale persiano sconfitto in questa battaglia), anche se vedeva per
i suoi una sfavorevole situazione, tuttavia, avendo fiducia nel numero delle sue truppe, desiderava combattere, tanto più che
riteneva utile combattere prima che gli Spartani arrivassero col rinforzo. Perciò schierò in campo cento fanti e diecimila
cavalieri e attaccò battaglia. E in questa (battaglia) gli Ateniesi furono così tanto superiori in valore che sconfissero un
numero dieci volte maggiore di nemici; e spaventarono a tal punto che i Persiani si rifugiarono non nellaccampamento ma nelle
navi. Non cè stata sinora alcuna battaglia più celebre di questa: mai in nessuna battaglia, infatti, un così piccolo manipolo
distrusse forze così ingenti.
- Letteratura Latina
- Miltiades (De viris illustribus) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote
- De viris illustribus