Moderazione e frugalità dell'imperatore Antonino Pio - Studentville

Moderazione e frugalità dell'imperatore Antonino Pio

Antoninus Pius tanta diligentia populos sibi subiectos rexit, ut omnia et omnes, quasi sua essent, curaret. Provinciae sub eo cunctae floruerunt, delatores extincti sunt, publicatio bonorum rarior quam umquam fuit. Neque de provinciis neque de ullis actibus quicquam constituit, nisi quod prius ad amicos rettulit atque ex eorum sententia decreta composuit. Eius victus talis fuit, ut esset opulentia sine profusione, parsimonia sine avaritia nec omnino, imperator factus, quicquam de vitae privatae qualitate mutavit. Saepe visus est ab amicis cum privatis vestibus et domestica quaedam gerens. Salaria tam multis subtraxit, quam multos ea accipere otiosos videbat, dicens nihil esse sordidius, immo crudelis, quam si rem publicam adroderet is, qui nihil in eam suo labore conferret. Patrimonium privatum filiae reliquit, sed eius fructus rei publicae donavit; species imperatorias superfluas et praedia vendidit et in suis fundis vixit pro anni temporibus. Nec ulla expeditiones in provincias suscepit, dicens gravem esse provincialibus comitatum imperatoris, etiam parcissimi. Et tamen ingenti auctoritate apud omnes gentes fuit, cum Romae propterea manere vellet, ut undique nuntios citius posset accipere.

Versione tradotta

Antonino Pio resse con tanta diligenza i popoli a lui sottomessi da curare tutto e tutti come se fossero cose sue. Tutte le provincie sotto di lui prosperarono, i delatori si estinsero, l'asta dei beni fu più rara che mai. Né rispetto alle provincie né su altri atti decise alcunché senza averne prima riferito agli amici, ed elaborò le decisioni basandosi sui lori consigli. Il suo tenore di vita fu tale che c'era opulenza senza profusione, parsimonia senza avarizia, e, diventato imperatore, non mutò assolutamente nulla della qualità della vita privata. Spesso fu visto dagli amici con vesti private e mentre svolgeva qualche faccenda domestica. Sottrasse i salari a molti, tanti quanti vedeva che li ricevevano oziosi, dicendo che nulla era più spregevole, anzi malvagio, del fatto che mangiucchiasse lo stato colui che in nulla gli giovava col suo lavoro. Lasciò alla figlia il patrimonio privato, ma i frutti di esso li donò allo Stato; vendette ornamenti imperiali superflui e poderi e visse nelle sue terre secondo i periodi dell'anno. Né intraprese alcuna spedizione nelle provincie, dicendo che era gravoso per i provinciali il seguito dell'imperatore, anche se modestissimo. E tuttavia fu di grande autorità presso tutte le genti, volendo rimanere a Roma allo scopo di poter ricevere più velocemente da ogni dove nunzi.

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