Mogli ferocemente punite - Studentville

Mogli ferocemente punite

Magno scelere horum severitas ad exigendam vindictam concitata est, ob autem minorem causam Egnatium Mecenium non puduit uxorem, quod vinum bibisset, fustibus percutere et interimere, idque factum non accusatore tantum, sed etiam reprehensore caruit, quod omnes optimo illam exemplo existimabant violatae sobrietati poenas pependisse. Nec sane nos fugit quamcumque feminam vini usum immoderate appetentem omnibus virtutibus ianuam claudere et delictis aperire. Iungendus est his P. Sempronius Sophus, qui coniugem repudii nota adfecit, quoniam illa, marito ignorante, ludos ausa erat spectare. Ergo, cum olim a feminis sic poenas repetere viros non puderet, mens earum a delictis aberat.

Versione tradotta

La severità di costoro fu spinta a esigere vendetta da un grave crimine, (mentre) per un motivo meno grave Egnazio Mecenio non si peritò di prendere a frustate e uccidere la moglie perché aveva bevuto del vino, e quest'azione non solo non suscitò accuse, ma nemmeno gli procurò biasimo (lett. quest'azione non solo fu priva di un accusatore, ma anche di un censuratore), perché tutti ritenevano che ella avesse pagato il fio per la violazione della sobrietà (lett. della sobrietà violata) nella maniera più esemplare. Né davvero ci sfugge che qualunque donna ricerchi smoderatamente il consumo di vino chiude la porta a tutte le virtù e la apre a ogni vizio. A costoro va aggiunto Publio Sempronio Sofo, che inflisse alla moglie l'infamia del ripudio perché quella osò assistere ai giochi all'insaputa del marito. Insomma, finché gli uomini, un tempo, non avevano ritegno a punire le donne in tal modo, il loro animo era lontano dalle colpe.

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