Il significato di “morale dei signori” e “morale degli schiavi” in Nietzsche è da ricercare nella critica radicale che egli rivolge alla morale tradizionale e soprattutto al cristianesimo che, esaltando i valori anti-vitali della rinuncia e dell’abnegazione, invece di nobilitare l’uomo, lo degradano.
Delineando la genealogia della morale, il filosofo sostiene che essa non ha nulla di trascendentale ma che invece deriva completamente dalle autorità sociali che educano gli uomini: i valori etici sono solo il risultato di determinate scelte di utilità sociale per il mantenimento delle forme di dominio umano. Ma, continua N, se nel mondo classico la morale poteva essere chiamata “dei signori” perché rifacendosi ad un’aristocrazia cavalleresca sosteneva i valori vitali che esaltano l’accettazione della vita, successivamente con il cristianesimo essa diviene “morale degli schiavi” perché ispirata ai valori anti-vitali che tendono alla fuga dalla vita. Per questo è necessaria una trasmutazione dei valori anti-vitali perché l’uomo accetti se stesso come creatura terrestre e corporea, libero dalle convenzionali e consolatorie menzogne.
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