Inde Caesar, bellis civilibus toto orbe conpositis, Romam rediit. Agere insolentius coepit et contra consuetudinem Romanae libertatis. Cum ergo et honores ex sua voluntate praestaret, qui a populo antea deferebantur, nec senatui ad se venienti adsurgeret aliaque regia et paene tyrannica faceret, coniuratum est in eum a sexaginta vel amplius senatoribus equitibusque Romanis. Praecipui fuerunt inter coniuratos duo Bruti, ex eo genere Bruti, qui primus Romae consul fuerat et reges expulerat, et C. Cassius et Servilius Casca. Ergo Caesar, cum senatus die inter ceteros venisset ad curiam, tribus et viginit vulneribus confossus est.
Versione tradotta
Poi Cesare, sedate le guerre civili di tutto il mondo, tornò a Roma. Iniziò ad agire in modo più insolente e contro il costume della libertà romana. Poiché dunque conferiva onori secondo la sua volontà, che prima venivano conferite dal popolo, e non si alzava di fronte al Senato quando andava da lui, e faceva altre cose da re e quasi da tiranno, si fece una congiura contro di lui da sessanta o più senatori e cavalieri romani. Tra i congiurati i principali furono i due Bruti, della stirpe di quel Bruto che per primo fu console e aveva cacciato i re, Cassio e Servilio Casca. Dunque Cesare, essendo giunto nella curia nel giorno dell'assemblea, fu trafitto da 23 colpi.
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