Nuntiata exercituum defectione, Nero se servandi causa Roma fugere statuerat ac quibusdam tribunis centurionibusque imperaverat ut, ad imperatorem tuendum, secum proficiscerentur. Sed, cum alii recusarent, alii tergiversarentur, media nocte, ubi comperit omnes palatii vigilias recessisse, e lecto prosiluit et domos amicorum adiit auxilium refugiumque petiturus. Sed cum omnes ianuas clausas invenisset, in cubiculum suum rediit, timens ne a satellitibus vel a servis necaretur. Tandem eius miseritus est Phaon libertus, qui imperatori villam suam ad urbis portas obtulit. Nero tunc nudis pedibus equum inscendit et, paucis comitantibus, clam ex urbe egressus in villam liberti confugit. Interea Nero, cum cognovisset se a senatu populoque Romano hostem iudicatum esse ac capîtis damnatum (esse), queri ac flere coepit. Sed cum animadvertit equites a senatu missos ad imperatorem deprehendendum vivumque Romam deducendum iam ad villam appropinquare, Nero, gladio destricto, sibi mortem conscivit adiuvante Phaonte liberto. Obiit tricesimo altero aetatis anno.
Versione tradotta
Annunciati l'ammutinamento degli eserciti, Nerone aveva deciso di fuggire da Roma per salvarsi e aveva ordinato ad alcuni tribuni e centurioni, per proteggere l'imperatore, di fuggire con lui. Ma, poiché alcuni rifiutavano e altri tergiversavano, nel mezzo della notte, quando scoprì che tutte le guardie del palazzo si erano allontanate, saltò giù dal letto e si recò a casa di amici per chiedere aiuto e rifugio. Ma avendo trovato chiuse tutte le porte, tornò nella sua camera da letto, temendo di essere ucciso dalle guardie del corpo o dai servi. Alla fine ebbe pietà di lui il liberto Faone, che offrì all'imperatore la propria villa alle porte della città. Nerone, allora, salì sul cavallo a piedi nudi e, mentre in pochi lo accompagnavano, uscito dalla città di nascosto si rifugiò nella villa del liberto. Nel frattempo Nerone, avendo saputo di essere considerato nemico dal senato e dal popolo romano e di essere stato condannato alla pena di morte, iniziò a lamentarsi e a piangere. Ma quando si accorse che i cavalieri mandati dal senato per catturare l'imperatore e condurlo vivo a Roma erano ormai vicini alla villa, Nerone, impugnata la spada, si diede la morte mentre il liberto Faone lo aiutava. Morì al trentunesimo anno d'età.
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