Pausanias, Lacedaemoniorum rex, mores patrios mutaverat: apparatu regio circumdabatur, satellites Medi et Aegypti eum sequebantur, epulabatur more Persarum luxuriose, superbe respondebat, crudeliter imperabat. Spartam redire nolebat, sed denique coactus est. Cum igitur Pausanias Lacedaemonem reverteretur, in itinere ex vultu cuiusdam ephori insidias sibi fieri intellexit. Itaque in aedem Minervae confugit. Hinc ne exire posset, statim ephori valvas eius aedis obstruxerunt tectumque sunt demoliti, quo celerius sub divo interiret. Mater Pausaniae, postquam de scelere filii comperit, in primis lapidem ad introitum aedis attulit, ut filius clauderetur. Hic cum semianimis de templo elatus esset, confestim animam efflavit. Sic Pausanias magnam belli gloriam turpi morte maculavit. Eius corpus nonnulli dicebant inferri oportere cum iis, qui ad supplicium erant dati, sed hoc displicuit pluribus. Procul ab eo loco infoderunt, quo erat mortuus, inde posterius, dei Delphici responso, erutus atque eodem loco sepultus est, ubi vitam posuerat.
Versione tradotta
Pausania, re dei Lacedemoni, mutò le abitudini patrie: si circondava di sfarzo regale, lo accompagnavano satelliti medi ed egiziani, banchettava lussuosamente secondo il costume dei Persiani, rispondeva in modo altezzoso, governava con crudeltà. Non voleva tornare a Sparta, ma vi fu costretto. Mentre dunque Pausania rientrava a Sparta, durante il viaggio comprese dal volto di un eforo che gli si tendeva un agguato. Perciò si rifugiò presso un tempio di Minerva. Perché non potesse uscire da lì, gli efori bloccarono immediatamente le porte di quel tempio e abbatterono il tetto, in modo che morisse più rapidamente sotto il cielo aperto (divo). La madre di Pausania, dopo essere venuta a sapere del misfatto del figlio, fu tra i primi a recare (lett. tra i primi recò) una pietra allingresso del tempio, affinché il figlio (vi) fosse rinchiuso. Portato fuori dal tempio più morto che vivo (semianimis), egli esalò subito lultimo respiro (animam). Così Pausania macchiò la (sua) grande gloria militare con una morte ignominiosa. Alcuni dicevano che il suo corpo doveva essere sepolto insieme a quelli che erano stati condannati alla pena capitale (ad supplicium), ma ciò non andò bene ai più. Lo seppellirono lontano dal luogo in cui era morto e successivamente, su responso del dio di Delfi, fu dissotterrato e sepolto nello stesso posto dove aveva perso la vita.
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