Nel suo tentativo di ripristinare la possibilità del diritto naturale, Strauss cerca di delineare attraverso la politica lâ origine dellâidea di natura e di trovare in questa idea un fondamento per la giustizia. Il diritto naturale ò la maniera in cui la natura si esplica nella politica: ma che cosâò questa natura? In Diritto naturale e storia, Strauss non ne dà una singola definizione, ma procede dialetticamente a mostrare come, attraverso la vita politica prefilosofica, il concetto di natura sia per la prima volta venuto allo scoperto. Strauss attribuisce alla parola almeno due significati: natura intesa come caratteristica essenziale di una cosa o di un gruppo di cose e natura come insieme delle ârealtà originarieâ. La vita prefilosofica risponde alle nostre domande riguardo le realtà originarie tramite il potere dellâautorità , ma lâesperienza di questa vita può anche portare una persona a dubitare di ciò che gli viene rivelato. Gli uomini, da sempre, accordano più fiducia a ciò che vedono coi propri occhi rispetto a ciò che viene semplicemente riferito loro da altri. Se e quando gli uomini applicheranno questa loro preferenza per ciò che ò visto rispetto a ciò che ò sentito alle rivelazioni che hanno avuto, essi diventeranno coscienti âdella possibilità che le realtà originarie abbiano originato tutte le altre in una maniera fondamentalmente diversa dalla creazione volontariaâ. Stilando un resoconto circa il modo in cui per la prima volta questi dubbi fioriscono nella vita prefilosofica, Strauss analizza dialetticamente la scoperta della natura intesa come fondamento necessario e permanente per ogni possibile mutamento. Che ne ò del diritto e della giustizia? Lâidea di giusto ò solitamente assimilata a quella di legale, conforme alla legge, ma in realtà la legge ò il risultato di convenzioni ed accordi umani. Ciò che ò naturale, inteso come necessario e permanente, va distinto da ciò che ò semplicemente convenzionale: che i cani abbaino e scodinzolino ò un fatto naturale, mentre che gli ebrei non mangino carne di maiale ò convenzionale. La distinzione fondamentale tra i due concetti sembra consistere nel dubbio circa lâesistenza di un diritto naturale prima che esso sia effettivamente scoperto ed applicato. Come ò possibile scoprire uno standard di valutazione universale del giusto, se il giusto ò un concetto sempre mutevole e cangiante? Secondo Strauss, lâidea di un diritto naturale emerge quando si considerano le differenti opinioni circa ciò che ò ritenuto giusto come unâoccasione per scoprire cosa, in verità , possa essere detto giusto: âMentre le differenti opinioni riguardo a ciò che ò indubbiamente convenzionale non danno luogo a nessuna seria perplessità , le differenze riguardo ai princìpi del giusto e dellâingiusto necessariamente hanno questo effetto. Il disaccordo circa i princìpi della giustizia sembra rivelare una perplessità originaria dovuta ad unâinsufficiente comprensione del diritto naturale, una perplessità causata da un che di autosussistente e naturale che impedisce lâumana comprensione. â La teoria classica del diritto naturale nasce in risposta a questa perplessità , in particolare in risposta alla convinzione che il diritto e la giustizia siano tout court meramente convenzionali: Strauss chiama questo pensiero âconvenzionalismoâ. Nel concetto convenzionalista della giustizia, al posto di ciò che ò giusto per natura abbiamo ciò che ò utile per natura, in quanto mentre per natura ognuno cerca il proprio utile e nientâaltro che il proprio utile, la giustizia ci dice di cercare il bene e lâutile degli altri uomini. Il convenzionalismo, più specificatamente, identifica lâutile con il piacevole, affermando la preferenza umana per il piacere rispetto al dolore: il piacere ò indubbiamente un bene. Il diritto naturale classico – teorizzato soprattutto da Socrate, Platone ed Aristotele – sostiene, al contrario, lâessenziale differenza tra il bene e il piacere. Il bene ò un concetto primo e più fondamentale rispetto al piacere, in quanto i piaceri esistono in grande varietà e corrispondono a desideri che hanno una naturale gerarchia. Come sottolinea Strauss: âDifferenti tipi di esseri ricercano differenti tipi di piaceri: i piaceri di un asino differiscono dai piaceri di un essere umano. Lâordine dei desideri dipende dalla costituzione naturale, dallâessenza stessa dellâessere considerato: ò questa costituzione che determina lâordine e la gerarchia dei differenti voleri ed inclinazioni dellâessere. â Tutti riconoscono che gli esseri umani stanno al di sopra degli animali in virtù del possesso del linguaggio, della ragione e dellâintelletto. Lâuomo può perfezionarsi proprio tramite lo sviluppo di queste qualità che lo distinguono e lo elevano al di sopra degli altri esseri. âLa vita buona ò il perfezionamento della natura umana. à il vivere secondo naturaâ. La teoria classica del diritto naturale culmina allo stesso modo in una difesa del valore della vita filosofica vista come la vita migliore e lâunica veramente giusta. Questa conclusione implica che lâunica virtù valida per il comando sia la saggezza e che il governo migliore sia quello in cui il saggio ha il potere assoluto. Ciò risulta, tuttavia, impraticabile, in quanto, per natura, il saggio non desidera comandare e nè lo stolto essere comandato. Da questo segue che âil problema politico consiste nel conciliare la ricerca di saggezza con la ricerca di consensoâ. La maniera migliore per sciogliere questo nodo ò una sola: consentire ad un saggio legislatore di redigere un codice di norme o una costituzione tale che i cittadini possano adottarla spontaneamente, senza esservi costretti. I filosofi classici, in questo modo, investono di nobiltà e di dignità la vita e la professione politica. Anche Strauss riconosce questa dignità al pensiero politico-filosofico: il filosofo politico riesce infatti a considerare responsabilmente il collegamento che esiste tra il bene comune e la totalità naturale che egli aspira a conoscere; inoltre, il filosofo può, meglio di chiunque altro, moderare i pericolosi impulsi che assalgono coloro i quali cercano la fonte della leadership politica in qualcosa che sta al di sopra della ragione e della natura. Nellâetà di Hitler e del nazismo, questo richiamo alla responsabilità e alla moderazione non può che risultare lodevole.
- 1900
- Filosofia - 1900