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Natura morta

Tecniche di rappresentazione della natura morta.

Con il termine natura morta si indica una rappresentazione di soggetti come fiori, frutta, pesci, cacciagione, strumenti musicali, dalla quale sono escluse le figure umane.

La natura morta nella storia dell'arte

Nel mondo antico la natura morta, considerata un genere minore, conosce una grande fortuna come dimostrano gli esempi nel periodo ellenistico  e negli affreschi Pompeiani.

Nel Medioevo alcune nature morte realizzate anche da artisti importanti come Giotto, sono relegate alla decorazione di parti poco importanti come ante e sportelli o per accompagnare scene sacre.

A partire del XV secolo, in concomitanza dell’interesse per le scene familiari e per gli oggetti più umili, cresce anche la fortuna della natura morta, tra i fiamminghi.
La cultura fiamminga e il manierismo, che spingono sullo sfondo le figure umane per mostrare in primo piano carni, selvaggina, frutta, sono determinanti per far acquisire dignità alla natura morta, che nel Seicento diventerà un genere autonomo.

Caravaggio dichiara di dipingere i fiori con lo stesso impegno con cui dipinge le figure. È con la sua Canestra di frutta che per la prima volta le cose di natura ottengono il rango di protagoniste.

Successivamente inizia la grande fortuna di questo genere pittorico che si afferma in tutta Europa, e in particolar modo tra gli artisti olandesi, che ne realizzano splendidi esempi, con invitanti composizioni di frutta, cibi, selvaggina.

Natura morta e artisti celebri

Tra gli artisti ricordiamo Rembrandt, lo spagnolo Velazquez, tra gli altri artisti celebri che successivamente si impegneranno in questo genere, rinnovandolo e privilegiando forma e colore rispetto all’esattezza dell’imitazione ricordiamo Goya, Manet, Renoir e Cézanne.

 

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