In silvam quadam ingens ursus errabat. Puer quidam, qui per silvam iter facere solus timebat, amico ita supplicavit: “Comitare me, mihi contra ursum errantem auxiliare! Si me adiuveris, tibi dabo multa et magna dona”. Amicus ille, sine cunctatione, auxilium promisit. In itinere socius, multis verbis, amicitia gloriatur. Repente ursus accedit. Tum ille in proximam arborem ascendit. Alter, contra, sicut mortuus, humi iacet. Ursus eum observat et os auribus eius admovet. Sed mortuum abnuit et in silvam revertit. Socius, miratus quod amicus nihil mali passus est, ex arbore descendit et gratulatur. Inde interrogat: “Quidnam ursus tibi in aurem dixit?”. Tum ille iratus ei respondet: “Ursus me hortatus est ne amico confiderem cuius fides rebus adversis non confirmata esset”.
Versione tradotta
Un orso enorme vagava per un bosco. Un fanciullo, che aveva paura di percorrere il bosco da solo, supplicò così un amico: "Accompagnami, aiutami contro l'orso che vaga! Se mi aiuterai, ti darò molti e grandi doni". L'amico stesso, senza esitazione, promise l'aiuto. Durante il cammino il compagno, con molte parole, si vantava dell'amicizia. All'improvviso arrivò l'orso. Allora quello salì sull'albero più vicino. L'altro, invece, si gettò a terra come morto. L'orso lo osservò e avvicinò la bocca alle sue orecchie. Ma rifiutò il morto e tornò nel bosco. Il compagno, meravigliato del fatto che l'amico non avesse patito alcun male, scese dall'albero e si congratulò. Poi chiese: "Cosa ti ha detto l'orso all'orecchio?". Allora quello, adirato, gli rispose: "L'orso mi ha raccomandato di non confidare nell'amico la cui fiducia non sia confermata nelle avversità".
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