Nomi invariabili e difettivi: cosa sono
La grammatica italiana, lo sappiamo, è abbastanza complessa. Sappiamo che tra le parti variabili del discorso c’è il nome, che varia la desinenza secondo genere e numero, ma non è sempre così. Tra i nomi ci sono alcune categorie particolari che prevedono la stessa forma al singolare e plurale (nomi invariabili) e che mancano del singolare o del plurale (nomi difettivi). Analizziamoli e impariamoli insieme!
Nomi invariabili
I nomi invariabili sono quelli che hanno la medesima forma al singolare e al plurale. Nel contesto di una frase per capire se sono singolari o plurali basta visualizzare l’articolo, la desinenza degli aggettivi e dei participi passati che si riferiscono al nome. Ecco una tabella per capire meglio quali sono, come riconoscerli e come usarli:
Monosillabi | Lo sci/ gli sci |
Tronchi | La città/ le città |
Nomi maschili in -a | Il delta/ i delta |
Nomi in –i | La tesi/ le tesi |
Alcuni nomi femminili in -o | La dinamo/le dinamo |
Nomi femminili in -ie | La serie/le serie |
Nomi abbreviati | Il cinema(tografo)/i cinema(tografo) |
Nomi in consonanti (di solito di origine straniera) | Il robot/i robot |
Nomi difettivi
I nomi che mancano o della forma singolare o di quella plurale sono detti nomi difettivi.
- Es. “le esequie” (non ha singolare); “il burro” (non ha plurale)
Non hanno il singolare:
- i nomi che indicano oggetti formati da una coppia: Es. “gli occhiali”, “le forbici”
- alcuni nomi che derivano dal latino: “Es. “le cibarie”, “le nozze”
- i nomi, anche se non collettivi, che indicano un insieme di cose: Es. “le viscere”, “le dimissioni”
Non hanno il plurale:
- per lo più i nomi astratti: Es. “la fame”, “la disciplina”
- nomi di alcune malattie: Es. “il morbillo”, “il tifo”
- nomi di alcuni alimenti: Es. “il riso”, “il pepe”
- nomi collettivi: Es. “il bestiame”, “la prole”
- elementi chimici: Es. “l’elio”, “il cromo”
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