Ode, 2, 13 - Studentville

Ode, 2, 13

O fons Bandusiae splendidior uitro,
dulci digne

mero non sine floribus,
cras donaberis haedo,
cui frons turgida cornibus

primis et uenerem et

proelia destinat.
Frustra: nam gelidos inficiet tibi
rubro sanguine riuos
lasciui suboles gregis.

Te flagrantis atrox hora Caniculae

nescit tangere, tu frigus amabile
fessis uomere tauris

praebes et pecori uago.

Fies nobilium tu quoque fontium
me dicente cauis impositam ilicem

saxis, unde

loquaces
tymphae desiliunt tuae.

Versione tradotta

Fonte Bandusia, luce di cristallo, con vini dolci e corone di fiori domani ti consacrerò un capretto che

al primo gonfiore delle corna già fantastica contese d'amore e non può credere che arrossirà, spensierato figlio del gregge,

le tue acque gelide di sangue. Non sfiorata dalla Canicola violenta dell'estate, tu un fresco delizioso sai offrire alle

pecore smarrite, ai tori sfiniti dall'aratro. E sempre si ricorderà il tuo nome, se ora canto le querce che crescono su

quella rupe, dove tra le fessure scendono mormorando le tue acque.

  • Letteratura Latina
  • Orazio

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