Odilon Redon: vita e opere - Studentville

Odilon Redon: vita e opere

Odilon Redon: vita e opere del pittore, incisore e scrittore francese.

ODILON REDON: VITA E OPERE. Odilon Redon (1840 – 1916), è stato un pittore, incisore e scrittore francese. Rappresentante singolare di una corrente che si presenta sotto molti aspetti come antitesi del contemporaneo impressionismo, rifiutò polemicamente, fino al 1890, l’uso del colore, facendo dei suoi disegni e delle sue litografie gli strumenti privilegiati per l’esplorazione di un fantastico regno interiore. E quando, nel periodo successivo adottò il pastello, l’acquerello e la pittura a olio, usò anche queste tecniche per scaturire l’irrazionale e il mistero dai più semplici soggetti.

REDON E IL SIMBOLISMO: LA POETICA. È il pittore che, forse meglio di altri, assomma in sé l’estetica simbolista. Per capire come si possa giungere al simbolismo di Redon, è necessario, oltre ai riferimenti letterari, tenere conto di tutta la tendenza romantica ed esprimere liberamente se stessi, cercando perfino di dare forma alle proprie visioni inconsce, ai propri sogni, alle proprie fantasie.
È proprio in questo ambito culturale che si colloca Odilon Redon, per il quale la pittura non è che la visualizzazione dell’inconscio così come si presenta nel sogno, quando le immagini e le sensazioni, pur avendo attinenza con la realtà quotidiana, sfuggono al controllo razionale e si organizzano secondo legami estranei alla logica, ma, forse, più autentici. In Redon c’è questo scambio continuo fra rappresentazione di oggetti reali e disarticolazione dei nessi consequenziali, accostando fra loro elementi tratti dalla natura in maniera diversa dalla realtà spazio-temporale nella quale ci appaiono, così da renderci certi che ciò che vediamo nel quadro, sebbene somigli a ciò che vediamo ogni giorno, è invece come nel sogno, espressione dell’invisibile. Per questo anch’egli, come gli altri simbolisti, si richiama alla musica, che ama e che coltiva.

REDON: CARATTERISTICHE DELLE OPERE. In un momento Redon accosta fra loro soltanto il bianco e il nero, creando un gruppo di opere (acqueforti, litografie, carboncini ecc.) dette “I neri”, fra le quali una serie intitolata Omaggio a Goya (con riferimento ai sogni pieni di incubi del grande pittore spagnolo), che suscitò, non a caso, l’entusiasmo di Stéphane Mallarmé, il poeta che vuole esprimere attraverso il linguaggio umano il senso misterioso degli aspetti dell’esistenza.
Successivamente, passando alla pittura, Redon, usa il colore chiaro e , progressivamente, sempre più luminoso che, all’inizio del secolo nuovo, diviene gioioso e rasserenante, pur sempre esprimendo immagini interiori.
Anche nei ritratti la realtà del soggetto è trasformata, perché, della persona che posa davanti agli occhi, egli cerca di rendere non l’apparenza esteriore, ma ciò che di più segreto si nasconde in lei.

  • Nel Ritratto di Violette Heymann, il busto della giovane donna è privo di chiaroscuri ed è realizzato mediante toni chiari (la veste verde – pallido, la camicetta) stesi con leggerezza, così da renderne la finezza spirituale, mentre la disposizione del profilo, evitando di stabilire il contatto diretto fra i nostri occhi e i suoi, la allontana dalla nostra realtà e conferisce qualcosa di vago e sognante al dolce viso incorniciato dalla folta capigliatura castana. È una figura che non vive in un luogo concreto, in uno spazio tridimensionale: lo schienale della poltroncina disegnato, come se fosse priva di appoggio in terra, e, tutt’intorno, una moltitudine di fiori variamente colorati, apparizioni immaginate più che viste (neppure di essi è infatti mostrata la consistenza fisica), coordinati reciprocamente secondo rapporti puramente pittorici, capaci di suscitare suggestioni del tutto soggettive a seconda della personalità dell’osservatore: che è poi, l’essenza dell’intera poetica di Redon, quella poetica che avrà cosi vasta eco nel surrealismo.
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