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Opere

Riassunto delle opere.

1841 Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro: è la tesi con cui Marx consegue il dottorato a Jena. Marx interpreta la situazione della filosofia dopo Hegel in analogia con la situazione delle filosofie ellenistiche dopo Platone e Aristotele. E’ possibile un nuovo avvio filosofico dopo il compimento della filosofia nelle grandi sintesi sistematiche? Secondo Marx proprio in questi momenti diventa possibile la ripresa di contatto della filosofia con la realtà , la sua realizzazione nel mondo esterno. Fedele al principio hegeliano dell’unità  di ragione e realtà , egli assegna a questo compito una valenza essenzialmente teorica: in sintonia con l’atteggiamento dei giovani hegeliani, esso si configura in primis come critica razionale della situazione esistente. Mostrando l’inadeguatezza della realtà  rispetto a ciò che è razionale, la teoria diventa prassi. Dopo Hegel, la filosofia riprende la sua funzione illuministica di critica della realtà ; così come, dopo Aristotele, Epicuro, ‘ il più grande illuminista greco ‘, aveva portato fino in fondo la critica della religione, combattuto il fatalismo e rivendicato la libertà  dell’autocoscienza umana. 1843 Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico: sebbene incompiuto, lo scritto presenta uno spunto geniale: la critica della teoria politica hegeliana ò al tempo stesso la critica della rivoluzione francese e del mondo da essa scaturito, la società  borghese che ha preso o sta prendendo il posto dell’antico regime. La religione è prodotta dall’uomo ed ò l’oppio del popolo, lo strumento per tenere a bada le masse. 1844 Sulla questione ebraica: in esso Marx prende posizione sulla tesi di Bruno Bauer secondo cui l’emancipazione degli ebrei si sarebbe realizzata solo quando lo Stato avesse cessato di essere cristiano, riconoscendo l’uguaglianza di tutti i cittadini. Secondo Marx l’ emancipazione non è ancora quella umana: l’uguaglianza di fronte alla legge è puramente astratta e formale, non sostanziale, in quanto lascia sussistere, anzi favorisce, la disuguaglianza reale, ovvero quella economica e sociale. Nei cosiddetti ‘diritti dell’uomo’, sanciti dalle rivoluzioni americana e francese, si nasconde una mistificazione, quella di assolutizzare come essenza dell’uomo l’individuo privato della società  borghese, il ‘bourgeois’ detentore di proprietà  e perciò caratterizzato da interessi particolari e quindi ostile agli altri uomini, che considera limiti alla propria libertà . Nella società  attuale l’uomo conduce, a parere di Marx, una doppia vita: la vita nella comunità  politica e la vita nella società  civile, nella quale agisce come individuo privato. 1844 Manoscritti economico-filosofici: in essi Marx denuncia l’alienazione del lavoro industrializzato, il rapporto dell’operaio con il prodotto del suo lavoro: tale prodotto è per lui un ente estraneo, che non gli appartiene, ma è esclusivo possesso del capitalista, per il quale egli lavora. In secondo luogo, nell’attività  produttiva l’operaio si estrania da sò, ovvero non considera il proprio lavoro come parte della sua vita reale. Con l’alienazione l’uomo è privato anche della sua essenza sociale. I Manoscritti sono costituiti da tre parti, riguardanti essenzialmente tre temi: a ) la critica dell’economia classica; b ) la descrizione del comunismo; c ) la critica della dialettica hegeliana. 1845 La sacra famiglia: pubblicato insieme ad Engels, questo scritto prende ironicamente di mira i ‘giovani hegeliani’, specialmente i fratelli Bauer. Essi credono di svolgere una funzione rivoluzionaria limitandosi a proclamare una filosofia esaltata dell’autocoscienza, la quale nega sovranamente e con ostentato disprezzo non solo l’ordinamento esistente, ma anche il mondo comune degli uomini comuni, l’oggettività  in quanto tale. 1845 Tesi su Feuerbach: la punta più avanzata del movimento filosofico contemporaneo era tuttavia rappresentata da Feuerbach: con lui soprattutto bisognava fare i conti. Feuerbach aveva smascherato il mondo rovesciato della religione, ravvisandone la radice antropologica, ma non aveva colto in modo adeguato il carattere storico della natura umana e le condizioni storiche che rendono possibile il costituirsi della religione stessa. Il problema per Marx ed Engels consiste nell’abolire, più che la religione, le condizioni storiche che la rendono possibile. Questo programma di modificazione storica della realtà  trova espressione nella celebre tesi secondo cui ‘ I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo. ‘ Nella filosofia di Feuerbach è ancora forte un’eredità  di stampo illuministico, specialmente nella sua concezione della natura umana come essenza priva di storia e nell’interpretazione materialistica di tale essenza. Il materialismo di Feuerbach, vicino al materialismo settecentesco di La Mettrie, concepisce l’uomo come entità  naturale dotata di corporeità  e sensibilità  e quindi fondamentalmente passiva, non come prassi attiva trasformatrice della natura; di conseguenza esso considera la realtà  sensibile come oggetto già  costituito, non prodotto dall’attività  sensibile umana. 1846 L’ideologia tedesca: rivoluzionari dell’immaginazione, i giovani hegeliani vengono paragonati, già  nella prefazione, a quel valentuomo che si immaginò che gli uomini annegassero nell’acqua perchò ossessionati dal pensiero della gravità , per cui, se si fossero tolti di mente quest’idea, si sarebbero liberati dal pericolo di annegare. I ‘giovani ribelli’, che credono di produrre il nuovo elaborando una teoria rivoluzionaria dopo l’altra, sono chiamati a ‘ricercare il nesso esistente tra la filosofia tedesca e la realtà  tedesca, il nesso tra la loro critica e il loro ambiente materiale’. Affiora qui il materialismo storico: bisogna attingere l’oggettività  materiale dei rapporti e delle contraddizioni, altrimenti frasi vuote diventano le proclamazioni rivoluzionarie. 1847 La miseria della filosofia: è l’opera con cui Marx risponde a Proudhon e alla sua Filosofia della miseria. Un’impietosa premessa bolla l’autore francese in quanto dilettante sia di filosofia sia di economia. Tramite queste polemiche sta maturando un’importante presa di coscienza: bisogna collegare lo studio della filosofia a quello della storia e dell’economia politica. 1848 Manifesto del partito comunista: ‘ Il comunismo viene ormai riconosciuto da tutte le potenze europee come una potenza. àˆ gran tempo che i comunisti espongano apertamente a tutto il mondo la loro prospettiva, i loro scopi, le loro tendenze, e oppongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito. ‘ Questo è lo scopo del manifesto, scritto da Marx ed Engels: in esso si chiariscono 1) i rapporti tra borghesi e proletari, 2)i rapporti tra i proletari e i comunisti, 3)le differenze tra il socialismo ‘utopistico’ e quello ‘scientifico’, di Marx ed Engels, 4)la posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti d’opposizione: 1)proletari e borghesi, insieme, han lottato contro l’aristocrazia: ora i proletari, presa coscienza di essere una potenza, devono combattere la borghesia. Questo è la moderna lotta di classe; tuttavia la lotta di classe c’è sempre stata, essa è il motore dello sviluppo storico. 2) i proletari aderiscono al comunismo per abolire la proprietà  privata, che altro non è che un furto perpetrato dal possessore agli altri individui. La proprietà  va abolita perchò è un furto e non si fonda sul lavoro (se si fondasse sul lavoro, l’operaio che lavora 12 ore in fabbrica avrebbe proprietà ). 3) Il comunismo cui guarda Marx non è il comunismo rozzo, che mira solo all’abolizione della proprietà , e non ò neanche il socialismo utopistico alla Fourier o alla Saint-Simon: è un socialismo scientifico, inevitabile: prima o poi la rivoluzione arriverà  e travolgerà  il capitale. 4) I comunisti appoggiano ogni movimento rivoluzionario che si proponga di cambiare le condizioni esistenti. 1852 Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte: Marx, rievocando il colpo di stato di Napoleone Bonaparte avvenuto appunto il 18 brumaio, prende in giro Luigi Bonaparte e mette in dubbio la legittimità  del suo potere. ‘ Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano per, così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa ‘. 1857 Critica al programma di Gotha: Marx qui riprende e radicalizza l’idea di estensione dello Stato come approdo finale del comunismo. Ma ormai l’accento tende a spostarsi sull’approfondimento teorico. Marx descrive una nuova società , in cui non è più necessaria l’esistenza dello Stato, come il luogo in cui ‘ il libero sviluppo di ciascuno è la condizione per il libero sviluppo di tutti ‘. Alla prima fase, in cui il motto è ‘A ciascuno secondo il suo lavoro’, sarebbe subentrato il comunismo pienamente realizzato, il cui motto è ‘ Ciascuno secondo le sue capacità , a ciascuno secondo i suoi bisogni ‘. Breve riassunto delle opere di Engels 1842 Schelling e la rivelazione. Critica del più recente tentativo di reazione contro la filosofia libera: ò un’aspra polemica contro Schelling, il filosofo chiamato a Berlino da Federico Guglielmo IV per dichiarare guerra ‘ alla sementa dei denti di drago del panteismo hegeliano ‘ ovvero alla ‘ scuola del vuoto concetto’, ma che ora diventa il bersaglio dell’opuscolo di Engels, pubblicato a Lipsia. 1844 Schizzi di una critica dell’economia politica: scritto da Engels dopo il soggiorno a Manchester e ritenuto geniale da Marx; in esso si dimostra che l’aumento dell’accumulazione capitalistica genera crisi economiche, una riduzione dei salari e l’impoverimento progressivo delle classi lavoratrici, con il conseguente inasprirsi della lotta di classe. Questa situazione sembrava smentire l’esaltazione dei vantaggi della proprietà  privata da parte dei teorici dell’economia: miseria e conflitti sociali potevano essere eliminati, secondo Engels, soltanto eliminando la proprietà  privata, ossia instaurando il comunismo. 1851 Rivoluzione e controrivoluzione in Germania: Engels affronta la vittoria della reazione, nel 1848, tuffandosi negli studi storici. Anzichò sulla Francia (come fa Marx), egli però concentra la sua attenzione sulla Germania. Mentre in Francia il ’48 consolida la società  borghese, in Germania la sconfitta della rivoluzione segna la vittoria di un antico regime ancora vivo e vegeto. 1851 Guerra tedesca dei contadini: anche in questo scritto la Germania è al centro. Si indaga sulle ragioni del ritardo storico tedesco. Vi campeggia la figura di Thomas Mà¼ntzer, protagonista della prima grande rivolta antifeudale, sfortunato campione di una modernità  che in Germania stenta ancora ad attecchire. Però non c’è motivo per abbandonarsi allo scoramento: bisogna prestare attenzione all’aggettivo presente nel titolo. Il suo significato viene chiarito da Engels in apertura del libro: ‘ anche il popolo tedesco ha una tradizione rivoluzionaria. C’ò stato un tempo in cui la Germania ha prodotto personalità  che potrebbero figurare fianco a fianco dei migliori esponenti delle rivoluzioni di altri paesi. ‘ All’interesse scientifico s’intreccia quello politico. Bisogna evitare che la sconfitta della rivolta del ’48 si trasformi in un’irreparabile disfatta. Ecco allora che viene riportato alla luce il ricordo di una Germania fieramente rivoluzionaria e gravida di futuro. 1878 L’ Anti-Dà¼hring: Engels polemizza contro le concezioni positivistiche della scienza, per le quali la scienza è un sapere fuori dal tempo, i cui oggetti sono fissi e immutabili, anch’essi fuori dal tempo. In realtà  anche la scienza, a parere di Engels, è soggetto ad un processo di evoluzione storica e il materialismo moderno, che trova la sua espressione nelle scienze, è ormai essenzialmente dialettico e non richiede più una filosofia al di sopra delle scienze. Della filosofia restano in piedi solamente la dottrina del pensiero e delle sue leggi, ovvero la logica formale e la dialettica, che assume a proprio oggetto anche lo studio della formazione ed evoluzione delle teorie scientifiche, contribuendo per questo aspetto allo sviluppo tecnico delle varie scienze. A parere di Engels esiste una vera e propria dialettica della natura, non solo della storia. Per dialettica si deve intendere non solo ‘leggi del pensiero’, ma ‘leggi esistenti oggettivamente nella realtà ‘. Tali leggi vanno scoperte nelle cose, estratte da esse: qui sta la difficoltà , soprattutto per quel che concerne la natura. Sempre in questo testo, Engels sostiene che il modo di produzione capitalistico porta alla proletarizzazione della maggior parte della popolazione, la quale finirà  per impadronirsi dello Stato, trasformando i mezzi di produzione in proprietà  dello Stato. E’ questa la fase della dittatura del proletariato, ovvero dell’organizzazione politica del proletariato vittorioso, la quale però porterà  alla soppressione del proletariato in quanto classe e di ogni conflitto di classe. 1884 L’origine della famiglia, della proprietà  privata e dello Stato: Engels riprende molti dei risultati di Morgan, estendendoli anche allo studio del passaggio dalla gens allo Stato nell’Atene e nella Roma antiche, presso i celti e i germani, e utilizzandoli anche per criticare aspetti della realtà  moderna. In particolare, egli è del parere che l’estensione del lavoro femminile nella società  capitalistica sia la premessa indispensabile per la futura emancipazione della donna. Engels assume come principio che la dissoluzione della gens è la forza motrice del processo storico che porta alla formazione dello Stato; esso non è dunque un’istituzione naturale ed eterna, ma il prodotto di una società  arrivata ad un determinato grado di sviluppo economico-sociale: l’esistenza dello Stato è la dimostrazione che tale società  si è scissa in classi antagonistiche con interessi economici in contrasto. In particolare, lo scopo dello Stato moderno è di mantenere a tempo indeterminato i rapporti di produzione capitalistici, ratificando democraticamente il dominio di classe mediante il suffragio universale, che tuttavia può diventare utile per la lotta rivoluzionaria del proletariato. 1893 L’Europa può disarmare? : si tratta di una serie di articoli pubblicati sul ‘Worwarts’ del 1893; si mette in evidenza la divisione in due campi contrapposti, l’uno e l’altro impegnati in una febbrile corsa al riarmo: si profila ‘ una guerra devastatrice quale il mondo non ha mai conosciuta ‘. Pur condannando il delirio militarista di entrambi i contendenti ( ‘ lo sciovinismo francese ò idiota esattamente quanto quello tedesco ‘) Engels sembra prevedere la disfatta dell’arrogante Impero di Guglielmo II e persino le modalità  con cui essa si verificherà : ‘ non dimentichiamolo: nella prossima guerra, chi deciderà  sarà  l’Inghilterra [… ] e sui mari l’ Inghilterra domina in modo incondizionato. Se essa pone la sua flotta a disposizione di una parte, l’altra verrà  a trovarsi semplicemente presa per fame, perchò tagliata fuori dai rifornimenti di grano ‘.

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