Esse igitur perfecte eloquentis puto non eam solum
facultatem habere quae sit eius propria, fuse lateque dicendi, sed etiam vicinam eius ac finitimam dialecticorum scientiam
assumere.
Quamquam aliud vidètur oratio esse, aliud disputatio, nec idem loqui esse quod dicere; ac tamen utrumque in
disserendo est: disputandi ratio et loquendi dialecticorum sit, oratorum autem dicendi et ornandi. Zeno quidem ille, a quo
disciplina Stoicorum est, manu
demonstrare solebat, quid inter has artes interesset; nam cum compresserat digitos pugnumque
fecerat, dialecticam aiebat eiusmodi esse; cum autem diduxerat et manum dilataverat, palmae illius similem eloquentiam esse
dicebat. Atque etiam ante hunc Aristoteles principio Artis rhetoricae, dicit illam artem quasi ex altera parte respondere
dialecticae, ut hoc videlicet differant inter se, quod haec ratio dicendi latior sit, illa loquendi contractior. Volo igitur
huic summo omnem, quae ad dicendum trahi possit, loquendi rationem esse notam; quae quidem res, quod te his artibus eruditum
minime fallit, duplicem habuit docendi viam; nam et ipse Aristoteles tradidit
praecepta plurima disserendi, et postea qui
dialectici dicuntur spinosiora multa pepererunt.
Versione tradotta
Ritengo sia proprio di chi è
perfettamente eloquente non soltanto avere quella facoltà che gli è propria, di parlare diffusamente e largamente, ma anche
appropriarsi la scienza ad essa vicina e confinante dei dialettici.
Benché sembri che una cosa sia il discorso ed
un'altra la discussione e che il parlare non sia lo stesso che il dire, pur tuttavia rientrano entrambi nel disquisire: la
dottrina del discutere e del parlare dev'essere propria dei dialettici, degli oratori, invece, quella del dire e
dell'adornare. Il famoso Zenone, donde deriva la scuola degli Stoici, era solito dimostrare colla mano che differenza vi
fosse tra queste arti. Quando, infatti, aveva serrato le dita e formato un pugno, affermava che tale era la dialettica; quando,
però, aveva aperto le dita e disteso la mano, diceva che l'eloquenza
era simile al palmo di quella. E anche prima di
costui, Aristotele, nel principio della "Retorica", dice che quell'arte corrisponde alla dialettica come dal versante
opposto, così che sono differenti tra loro in questo, che questa scienza del dire (=retorica) è più estesa, quella del parlare
(=dialettica) più ristretta. Voglio, dunque, che a questo sommo (oratore) sia nota ogni arte dell'espressione che si possa
volgere all'oratoria, cosa che (e a te, istruito in queste scienze, non sfugge per nulla) aveva un duplice metodo di
insegnamento: Aristotele stesso, infatti, ha tramandato
moltissimi precetti di esposizione e, in seguito, i cosiddetti
dialettici hanno generato molte trovate assai cavillose.