In Attica olim puella vivebat, Minervae deae dilecta ob sua castimoniam et sollertiam.
Sed ea propter sua superbiam iram et odium Minervae in se sic concitavit.
Postquam Ceres frumentum invenit et Minerva aratrum, puella occulte aratri stivam surrepsit.
Deinde apud agricolas stultis verbis se iactavit “Minervae donum infructuosam irritumque est sine invento meo”.
Dea verba superba semsit et quia valde suscensuit, puellam perfidam in formicam convertit et surripit.
Fabella sic monet:stultum et perniciosum est divis superbe contendere.
Versione tradotta
Nell'attica un tempo viveva una fanciulla diletta alla dea Minerva per la sua castità e per la sua abilità.
Ma ella per la sua superbia suscitò così ira e odio a Minerva su di sè.
Dopo che Cerere trovò il grano e Minerva l'aratro la fanciulla rubò la stiva dell'aratro nascosto
In segiuito presso gli agricoltori si agità con sciocche parole:"Il dono di Minerva è infruttuoso e nullo, senza la mia invenzione".
La dea sentì le parole superbe e poichè si adirò molto, la fanciulla sleale si trasformò in una formica.
Da quel momento la formica è ostile al grano : sempre con grande diligenza lo chiede e ruba.
la favoletta così avvisa : gli stolti e i perniciosi sono in contesa con la superbia degli dei.
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