PARAFRASI DI ALLA SERA
Il compito è dei più ardui: devi fare l’analisi del testo della poesia Alla Sera, di Ugo Foscolo, ma non sai da dove iniziare. Nessun problema, ti aiutiamo noi con la parsfrasi, il commento, la spiegazione e l’analisi delle figure retoriche presenti nel testo, così potrai svolgere i compiti a casa senza problemi.
Pronto? Procediamo con ordine: prima di iniziare, occorre precisare che questo componimento fa parte dei Sonetti pubblicati dal Foscolo nel 1803. È una poesia molto delicata e bella che parte da osservazioni autobiografiche ed arriva anche a riflessioni filosofiche. Ecco una scheda riassuntiva e di seguito la parafrasi con il testo poetico.
- Autore: Ugo Foscolo
- Titolo dell’Opera: Sonetti
- Prima edizione dell’opera: 1803
- Genere: Pesia Lirica
- Forma metrica: Sonetto (14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine). Rima: ABAB ABAB CDC DCD
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ALLA SERA FOSCOLO TESTO
Per facilitare la comprensione della parafrasi di Alla Sera, ecco il testo della poesia con i versi numerati:
1. Forse perché della fatal quïete
2. Tu sei l’immago a me sí cara vieni,
3. O Sera! E quando ti corteggian liete
4. Le nubi estive e i zeffiri sereni,
5. E quando dal nevoso aere inquïete
6. Tenebre e lunghe all’universo meni
7. Sempre scendi invocata, e le secrete
8. Vie del mio cor soavemente tieni.
9. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
10. Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
11. Questo reo tempo, e van con lui le torme
12. Delle cure onde meco egli si strugge;
13. E mentre io guardo la tua pace, dorme
14. Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
PARAFRASI DI ALLA SERA di FOSCOLO
Ecco la parafrasi della poesia verso per verso con la spiegazione del significato:
1-2: forse perché sei l’immagine di quella quiete a cui tutti siamo destinati (cioè della morte) mi sei così cara quando sopraggiungi
3: o sera! (La sera è personificata e il poeta le si rivoge direttamente)
3-4: sia quando ti circondano, accompagnandoti, le nuvole estive e i miti zefiri che non portano la tempesta
5-6: sia quando dal cielo gonfio di neve porti sul mondo ombre agitate e lunghe
7-8: ti attendo sempre (“sempre scendi invocata”) e dolcemente ti impadronisci della parte più intima del mio cuore
9-10: mi guidi, di pensiero in pensiero, come seguendo delle tracce, a riflettere sul nulla eterno
10-12: e intanto questo tempo colpevole, cattivo, fugge e insieme a lui si allontanano le schiere di preoccupazioni nelle quali il tempo stesso si consuma insieme con me
13-14: e mentre io contemplo la pace che tu porti, si placa quello spirito combattivo che freme e fa sentire la sua voce fiera nel mio animo.
ANALISI DEL TESTO ALLA SERA: FIGURE RETORICHE
Di seguito l’analisi più dettagliata delle figure retoriche presenti nella poesia.
- Anastrofe v. 1: “Forse perché della fatal quïete/Tu sei l’immago a me sí cara vieni”
- Allitterazioni v. 14; v. 7; v. 2; v. 6; vv. 9-10: “spiRto, gueRRieR, entRo, Rugge”; “Sempre, Scende, Secrete”; “iMMago, Me, vieNi”; “teNebre e luNghe all’uNiverso MeNi”; “orMe / che vaNNo al Nulla eterNo e iNtaNto”. C’è un’alternanza, in tutto il sonetto, tra suoni lievi nelle quartine (vocali “i” ed “e”, ad esempio in “quiete; vieni, liete…”) e suoni duri nelle terzine vocali “o” ed ”u” (“nulla”, “cure”, “rugge”…), consonante “r”
- Anafore vv. 3 e 5: “e quando…e quando”
- Enjambements vv. 5-6; vv. 7-8; vv. 10-11; vv. 13-14: “inquiete / tenebre”; “secrete / vie”; “fugge / questo reo tempo”; “dorme / quello spirto guerrier”Apostrofe v. 3: “o sera”
- Metafore v. 14: “fatal quiete”; “spirto guerrier ch’entro mi rugge”
- Antitesi vv. 13-14: “dorme / quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”
- Chiasmo vv. 13-14: “dorme/guerrier”, “pace/rugge”
COMMENTO DI ALLA SERA
La sera, nella buona come nella cattiva stagione, non è solo il momento di tranquillità in cui cessano le occupazioni e gli affanni della giornata, è soprattutto l’immagine della morte: il poeta ce lo dice nei primi due versi e riprende poi l’accostamento nella prima terzina sottolineando che per questo motivo ogni giorno attende questo momento della giornata.
È la sera stessa a condurre con sé il pensiero della morte, confondendosi con quella. Quanto è desiderata e amata la sera, altrettanto lo è la morte, riposo finale dei dolori della vita. Nella visione materialistica di Foscolo, la morte è nulla eterno: se questo pensiero sgomenta il poeta, prevale comunque la convinzione che con la morte cessino le passioni, che tormentano inutilmente la vita umana.
ALLA SERA DI FOSCOLO: APPROFONDIMENTI PER L’ANALISI DEL TESTO
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- Ugo Foscolo: approfondimento sulla vita e le opere
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