Chabrias Atheniensis. Hic quoque in
summis habitus est ducibus resque multas memoria dignas gessit. Sed ex his elucet maxime inventum eius in proelio quod apud
Thebas fecit cum Boeotiis subsidio venisset. Namque in eo victoria fidentem summum ducem Agesilaum fugatis iam ab eo
conducticiis catervis reliquam phalangem loco vetuit cedere obnixoque genu scuto proiecta hasta impetum excipere hostium
docuit. Id novum Agesilaus contuens progredi non est ausus suosque iam incurrentes tuba revocavit. Hoc usque eo tota Graecia
fama celebratum est ut illo statu Chabrias sibi statuam fieri voluerit quae publice ei ab Atheniensibus in foro constituta est.
Ex quo factum est ut postea athletae ceterique artifices iis statibus in statuis ponendis uterentur cum victoriam essent
adepti.
Versione tradotta
Cabria, Ateniese. Anche costui fu ritenuto tra i sommi condottieri e compì molte imprese degne di memoria. Ma tra queste
risplende soprattutto lo stratagemma che escogitò nella battaglia presso Tebe, quando si recò in soccorso dei Beoti. Infatti,
in essa bloccò il comandante supremo Agesilao che confidava nella vittoria, perché già aveva messo in fuga gli squadroni dei
mercenari: al resto della falange egli impedì di abbandonare il posto di combattimento ed insegnò loro ad attendere l'assalto
dei nemici con lo scudo puntato contro il ginocchio, l'asta tutta protesa in avanti. Agesilao, accortosi di questa novità, non
oso avanzare e con la tromba richiamò indietro i suoi già lanciati all'attacco. Questo stratagemma fu celebrato per tutta la
Grecia, tanto che Cabria volle che gli si facesse una statua in quella posizione; e questa gli fu innalzata dagli Ateniesi
nell'agora a spese dello Stato. Da ciò venne in seguito l'usanza che gli atleti e gli altri artisti nella realizzazione delle
statue, facessero ricorso a quelle posizioni con le quali avevano ottenuto la vittoria.
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Cabria) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote