Si quid est in me ingeni iudices quod sentio quam sit exiguum aut si qua exercitatio dicendi in qua me non infitior mediocriter esse versatum aut si huiusce rei ratio aliqua ab optimarum artium studiis ac disciplina profecta a qua ego nullum confiteor aetatis meae tempus abhorruisse earum rerum omnium vel in primis hic A. Licinius fructum a me repetere prope suo iure debet. Nam quoad longissime potest mens mea respicere spatium praeteriti temporis et pueritiae memoriam recordari ultimam inde usque repetens hunc video mihi principem et ad suscipiendam et ad ingrediendam rationem horum studiorum exstitisse. Quod si haec vox huius hortatu praeceptisque conformata non nullis aliquando saluti fuit a quo id accepimus quo ceteris opitulari et alios servare possemus huic profecto ipsi quantum est situm in nobis et opem et salutem ferre debemus.
Versione tradotta
Se vi è in me, o giudici, un po' di talento - riconosco quanto esso sia modesto - o una discreta esperienza nell'oratoria, nella quale non posso negare di essere un po' versato, oppure una certa conoscenza di essa derivata dallo studio e dall'esercizio delle arti liberali, da cui mai in nessun periodo della mia vita mi sono allontanato, il qui presente A. Licinio, in modo particolare, deve da me pretendere, quasi come un suo diritto, il frutto di tutte queste doti.
Quanto più lontano possibile la mia mente ritorna al passato e al ricordo della prima fanciullezza, risalendo tanto indietro, mi accorgo che proprio costui fu il primo ad avviarmi a questi studi e a mettermi sulla strada della loro conoscenza. E se talvolta questa eloquenza, che si è formata grazie all'incoraggiamento di Archia e in virtù dei suoi insegnamenti, fu motivo di salvezza per qualcuno e se da lui appresi bene l'arte con cui posso assistere tutti gli altri e salvare alcuni, senza dubbio a lui sono obbligato ad offrire sostegno e difesa, per quanto è nelle mie possibilità.
- Letteratura Latina
- Pro Archia Poeta di Cicerone
- Cicerone