Pro Milone, Paragrafo 10 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 10

Insidiatori vero et latroni quae potest inferri iniusta nex? Quid comitatus nostri quid gladii volunt? quos habere certe non liceret si uti illis nullo pacto liceret. Est igitur haec iudices non scripta sed nata lex; quam non didicimus accepimus legimus verum ex natura ipsa adripuimus hausimus expressimus; ad quam non docti sed facti non instituti sed imbuti sumus –ut si vita nostra in aliquas insidias si in vim et in tela aut latronum aut inimicorum incidisset omnis honesta ratio esset expediendae salutis.

Versione tradotta

Ma chi tende imboscate e si comporta da bandito può essere ucciso ingiustamente? Che senso hanno le nostre scorte, che senso le nostre spade? E' certo che non sarebbero autorizzate, sei in nessun caso ne fosse permesso l'uso. E questa dunque, giudici, una legge non scritta ma naturale, da noi né imparata né ereditata né letta, ma colta attinta ricavata dalla natura stessa, una legge alla quale non siamo giunti per via d'insegnamento ma grazie alla nascita, non per educazione ma per istinto: cioè che, se la nostra vita è in pericolo per qualche tranello o si trova esposta alla violenza e ai colpi di banditi o di nemici, ogni mezzo atto a garantire la nostra incolumità è lecito.

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Cicerone
  • Cicerone

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