[1] Sic conservatis suis rebus Poenus illusis
Cretensibus omnibus ad Prusiam in Pontum pervenit. Apud quem eodem animo fuit erga Italiam neque aliud quicquam egit quam regem
armavit et exercuit adversus Romanos. [2] Quem cum videret domesticis opibus minus esse robustum, conciliabat ceteros reges,
adiungebat bellicosas nationes.Dissidebat ab eo Pergamenus rex Eumenes, Romanis amicissimus, bellumque inter eos gerebatur et
mari et terra; [3] sed utrobique Eumenes plus valebat propter Romanorum societatem. Quo magis cupiebat eum Hannibal opprimi;
quem si removisset, faciliora sibi cetera fore arbitrabatur. Ad hunc interficiundum talem iniit rationem. [4] Classe paucis
diebus erant decreturi. Superabatur navium multitudine; dolo erat pugnandum, cum par non esset armis. Imperavit quam plurimas
venenatas serpentes vivas colligi easque in vasa fictilia conici. [5] Harum cum effecisset magnam multitudinem, die ipso, quo
facturus erat navale proelium, classiarios convocat hisque praecipit, omnes ut in unam Eumenis regis concurrant navem, a
ceteris tantum satis habeant se defendere. Id illos facile serpentium multitudine consecuturos.
Versione tradotta
[1]Così, salvati i suoi beni, il Cartaginese,
ingannati tutti i Cretesi, giunse da Prusia nel Ponto. E presso questo si mantenne dello stesso stato danimo verso lItalia e
non fece nessuna cosa che armare il re e spingerlo contro i Romani. [2] Vedendo che egli non era abbastanza forte per le
proprie risorse, cercava di portare dalla sua parte gli altri re e cercava di aggiungere (alleanze) popoli bellicosi.Il re Di
Pergamo era in contrasto con quello, molto amico dei Romani e faceva guerra in mezzo a loro sia in mare sia sulla terra. [3] Ma
da entrambe le parti, Eumene era più forte, accanto allalleanza dei Romani, perciò Annibale desiderava maggiormente che quello
fosse vinto, che se lo avesse allontanato, credeva che tutte le altre cose sarebbero state più facili. Secondo questo, trovò
questi mezzo per ucciderlo. [4] Avevano intenzione di diminuire lesercito in pochi giorni. Era superato con un gran numero di
navi, doveva combattere con linganno, non essendo uguale con le armi. [5] Ordinò che fossero raccolti serpenti vivi velenosi
quanto più era possibile e che questi fossero gettati dentro vasi di terracotta. Avendo raccolto un gran numero di questi,
nello stesso giorno in cui ci sarebbe stata (era destinata ad esserci) la battaglia navale, chiama i marinai e comanda a questi
che tutti combattano in una nave di Eumene e che siano in grado di difendersi tanto a sufficienza dagli altri. Dice che quelli
avrebbero raggiunto ciò facilmente con un gran numero di serpenti.
- Letteratura Latina
- Hannibal di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote