Hac nos adulescentes benevolentia senes
illos, L. Paulum, M. Catonem, C. Galum, P. Nasicam, Ti. Gracchum, Scipionis nostri socerum, dileximus, haec etiam magis elucet
inter aequales, ut inter me et Scipionem, L. Furium, P. Rupilium, Sp. Mummium. Vicissim autem senes in adulescentium caritate
acquiescimus, ut in vestra, ut in Q. Tuberonis; equidem etiam admodum adulescentis P. Rutili, A. Vergini familiaritate
delector. Quoniamque ita ratio comparata est vitae naturaeque nostrae, ut alia ex alia aetas oriatur, maxime quidem optandum
est, ut cum aequalibus possis, quibuscum tamquam e carceribus emissus sis, cum isdem ad calcem, ut dicitur, pervenire.
Versione tradotta
Di questo affetto noi giovanetti amammo Lucio Paolo Marco
Catone, Gaio Galo, Publio Nasica, Tiberio Gracco, suocero del nostro Scipione, ed erano già vecchi; questo affetto ancor più
riluce tra coetanei, come tra me e Scipione, Lucio Furio, Publio Rupilio, Spurio Mummio. A nostra volta, poi, vecchi, troviamo
conforto e riposo nell'affetto dei giovani, come nel vostro, come in quello di Quinto Tuberone, e davvero anche mi dà gioia
la familiarità del giovanissimo Publio Rutilio, di Aulo Verginio. E poiché la condizione della nostra vita e natura è tale che
una generazione sorge dall'altra, sarebbe davvero massimamente desiderabile che tu potessi giungere al traguardo, come si
dice, con quegli stessi coetanei coi quali sei stato fatto uscire dalle sbarre.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone