Pro Milone, Paragrafo 101 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 101

His lacrimis non movetur Milo. Est quodam incredibili robore animi. Exsilium ibi esse putat ubi virtuti non sit locus; mortem naturae finem esse non poenam. Sed hic ea mente qua natus est. Quid vos iudices? quo tandem animo eritis? Memoriam Milonis retinebitis ipsum eicietis? et erit dignior locus in terris ullus qui hanc virtutem excipiat quam hic qui procreavit? Vos vos appello fortissimi viri qui multum pro re publica sanguinem effudistis: vos in viri et in civis invicti appello periculo centuriones vosque milites: vobis non modo inspectantibus sed etiam armatis et huic iudicio praesidentibus haec tanta virtus ex hac urbe expelletur exterminabitur proicietur?

Versione tradotta

Milone non si lascia commuovere da queste mie lacrime: la sua forza d'animo è in un certo senso incredibile. Dove non c'è spazio per la virtù, lì egli ritiene che sia l'esilio: la morte è la fine naturale della vita, non una punizione. Mantenga pure quel suo innato carattere: ma voi, giudici, quali sentimenti mostrerete? Manterrete un buon ricordo di Milone e caccerete via proprio lui? Ed esisterà sulla terra un luogo più degno di accogliere una simile virtù di quello che l'ha procreato? A voi, a voi mi rivolgo, uomini coraggiosissimi, che avete versato sangue copioso in difesa dello stato; a voi, centurioni, e a voi, soldati, nel momento in cui corre pericolo un cittadino indomabile: mentre voi non solo siete spettatori, ma con le vostre armi presiedete questo processo, una così alta virtù sarà espulsa, cacciata, bandita dalla città?

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Cicerone
  • Cicerone

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti