Ibi cum Boccho Numida quidam
Aspar nomine multum et familiariter agebat praemissus ab Iugurtha postquam Sullam accitum audierat orator et subdole speculatum
Bocchi consilia; praeterea Dabar Massugradae filius ex gente Masinissae ceterum materno genere impar–nam pater eius ex
concubina ortus erat– Mauro ob ingeni multa bona carus acceptusque. Quem Bocchus fidum esse Romanis multis ante tempestatibus
expertus ilico ad Sullam nuntiatum mittit: paratum sese facere quae populus Romanus vellet; colloquio diem locum tempus ipse
deligeret neu Iugurthae legatum pertimesceret; consulto sese omnia illo integra habere quo res communis licentius gereretur;
nam ab insidiis eius aliter caueri nequiuisse. Sed ego comperior Bocchum magis Punica fide quam ob ea quae praedicabat simul
Romanos et Numidam spe pacis attinuisse multumque cum animo suo voluere solitum Iugurtham Romanis an illi Sullam traderet;
libidinem aduersum nos metum pro nobis suasisse.
Versione tradotta
Vi era qui un Numida di nome Aspar, che intratteneva rapporti di
grande
familiarità con Bocco. Giugurta, dopo aver saputo dell'invito
rivolto a Silla, lo aveva mandato in veste di
ambasciatore e con il
compito di spiare accortamente le mosse di Bocco. C'era, inoltre, Dabar,
figlio di
Massugrada, della stirpe di Massinissa, ma meno nobile per parte
materna, perché suo padre era figlio di una
concubina: era un uomo molto
ben voluto dal Mauro per le sue notevoli doti di intelligenza. Bocco,
che già
in molte occasioni aveva sperimentato la sua lealtà nei riguardi
dei Romani, lo manda sùbito da Silla per
dichiarargli la sua disponibilità
a eseguire la volontà del popolo romano. Suggerisce che Silla scelga il
giorno, il luogo e l'ora per l'incontro, senza timore dell'inviato di
Giugurta. Di proposito ha voluto mantenere
immutati i suoi rapporti col
Numida, per poter trattare più liberamente dei comuni interessi; non c'era
altro modo per proteggersi dalle trame di Giugurta. In realtà, per
quanto mi è dato sapere, Bocco tenne in sospeso
sia il Romano che il
Numida con promesse di pace, più per una doppiezza tipicamente punica che
per i motivi
accampati ufficialmente e, in cuor suo, continuò a lungo a
chiedersi se consegnare Giugurta ai Romani o Silla a
Giugurta;
istintivamente era contro di noi, ma la sua paura era a nostro favore.
- Letteratura Latina
- Par. 90-114
- Sallustio