Igitur Sulla respondit se pauca coram Aspare locuturum cetera occulte nullo aut quam
paucissimis praesentibus. Simul edocet quae sibi responderentur. Postquam sicuti voluerat congressi dicit se missum a consule
venisse quaesitum ab eo pacem an bellum agitaturus foret. Tum rex uti praeceptum fuerat post diem decimum redire iubet ac nihil
etiam nunc decrevisse sed illo die reponsurum. Deinde ambo in sua castra digressi. Sed ubi plerumque noctis processit Sulla a
Boccho occulte accersitur. Ab utroque tantummodo fidi interpretes adhibentur praeterea Dabar internuntius sanctus vir et ex
sententia ambobus. Ac statim sic rex incipit:
Versione tradotta
Silla rispose dunque che in presenza di Aspar avrebbe fatto solo
brevi proposte; il resto lo avrebbe discusso
in segreto con il re, senza
alcun testimone o tutt'al più alla presenza di pochissime persone. Nello
stesso tempo suggerisce quali risposte gli si devono dare. Quando
avvenne l'incontro nella maniera da lui
predisposta, Silla disse che era
stato inviato dal console per sapere da lui se voleva fare la pace o la
guerra. Allora il re, come era stato convenuto, lo invita a tornare dopo
dieci giorni: fino a quel momento non aveva
ancora preso alcuna decisione,
ma quel giorno gli avrebbe dato una risposta. Ciascuno ritornò, poi, al
suo
campo. Ma quando fu notte avanzata, Silla fu segretamente convocato
da Bocco. Si servono entrambi soltanto di
interpreti fidati, nonché della
mediazione di Dabar, uomo degno della massima fiducia e gradito a
entrambi.
Sùbito il re cominciò così:
- Letteratura Latina
- Par. 90-114
- Sallustio