Quibus ex
malis ut se emersit nihil aliud egit quam ut quam plurimis quibus rebus posset esset auxilio. Cum proscriptos praemiis
imperatorum vulgus conquireret nemo in Epirum venit cui res ulla defuerit nemini non ibi perpetuo manendi potestas facta est:
qui etiam post proelium Philippense interitumque C. Cassii et M. Bruti L. Iulium Mocillam praetorium et filium eius Aulumque
Torquatum ceterosque pari fortuna perculsos instituerit tueri atque ex Epiro iis omnia Samothraciam supportari iusserit.
Difficile est omnia persequi et non necessarium. Illud unum intellegi volumus illius liberalitatem neque temporariam neque
callidam fuisse. Id ex ipsis rebus ac temporibus iudicari potest quod non florentibus se venditavit sed afflictis semper
succurrit; qui quidem Serviliam Bruti matrem non minus post mortem eius quam florentem coluerit. Sic liberalitate utens nullas
inimicitias gessit quod neque laedebat quemquam neque si quam iniuriam acceperat non malebat oblivisci quam ulcisci. Idem
immortali memoria percepta retinebat beneficia; quae autem ipse tribuerat tamdiu meminerat quoad ille gratus erat qui
acceperat. Itaque hic fecit ut vere dictum videatur
Sui cuique mores fingunt fortunam hominibus.
Neque tamen ille prius
fortunam quam se ipse finxit qui cavit ne qua in re iure plecteretur.
Versione tradotta
Come fu salvo da tali
sventure, non fece nient’altro che essere d’aiuto a quanti piu’ potè con i mezzi di cui disponeva. Mentre la plebaglia
ricercava i proscritti allettata dai premi dei decemviri, in Epiro non andò nessuno cui sia mancato qualcosa: a nessuno fu
negata la possibilità di rimanere lì per sempre. . Anzi, dopo la guerra di Filippi e la morte di C. Cassio e di M. Bruto, prese
a proteggere l’ex pretore L. Giulio Mocilla, suo figlio, Aulo Torquato e gli altri colpiti dalla medesima sorte e comandò che
quanto necessario per loro fosse porato dall’Epiro a Samotracia. . Sarebbe difficile e inutile spiegare ogni cosa. Vogliamo
solo che si capisca che la sua generosità non fu temporanea nè interessata. . Lo si può vedere dai fatti stessi e dalle
circostanze, perchè non frequantò i favoriti dalla fortuna, ma aiutò sempre i bisognosi. Rispettò Servilia, madre di Bruto, non
meno dopo la morte di lui di quando Bruto era potente. . In questo modo, usando liberalità non si attirò alcuna inimicizia
perchè non offendeva nessuno e, se aveva ricevuto un qualche torto, preferiva dimenticarlo piuttosto che vendicarlo. Egli
ricordava perennemente i benefici ricevuti; invece, quelli che aveva fatto li ricordava fino a che gli era riconoscente chi li
aveva ricevuti. . Pertanto costui agì in modo tale che sembra giustamente detto: “Ad ognuno i propri costumi creano il
destino”. Ed egli prima del suo destino plasmò se stesso e badò a non fornire mai occasione di giusto rimprovero.
- Letteratura Latina
- De viris illustribus (Atticus) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote
- De viris illustribus