Bellum Iugurthinum Paragrafo 11: versione tradotta - StudentVille

Bellum Iugurthinum, Paragrafo 11

Ad ea Iugurtha tametsi regem ficta locutum intellegebat et

ipse longe aliter animo agitabat tamen pro tempore benigne respondit. Micipsa paucis post diebus moritur. Postquam illi more

regio iusta magnifice fecerant reguli in unum convenerunt ut inter se de cunctis negotiis disceptarent. Sed Hiempsal qui

minimus ex illis erat natura ferox et iam antea ignobilitatem Iugurthae quia materno genere impar erat despiciens dextra

Adherbalem assedit ne medius ex tribus quod apud Numidas honore ducitur Iugurtha foret. Dein tamen ut aetati concederet

fatigatus a fratre vix in partem alteram transductus est. Ibi cum multa de administrando imperio dissererent Iugurtha inter

alias res iacit oportere quinquenni consulta et decreta omnia rescindi nam per ea tempora confectum annis Micipsam parum animo

valuisse. Tum idem Hiempsal placere sibi respondit nam ipsum illum tribus proximis annis adoptatione in regnum pervenisse. Quod

verbum in pectus Iugurthae altius quam quisquam ratus erat descendit. Itaque ex eo tempore ira et metu anxius moliri parare

atque ea modo cum animo habere quibus Hiempsal per dolum caperetur. Quae ubi tardius procedunt neque lenitur animus ferox

statuit quovis modo inceptum perficere.

Versione tradotta

A tali parole, Giugurta, sebbene sapesse che il re non era stato
sincero, e lui stesso

dissimulasse il suo vero pensiero, nondimeno, date
le circostanze, rispose benevolmente. Micipsa di lì a pochi

giorni morì.
Fattegli le esequie con la magnificenza dovuta a un re, i prìncipi si
radunarono per discutere

tra loro tutte le questioni. Ma Iempsale, il
più giovane, che, per natura impetuoso, già da un pezzo disprezzava

Giugurta per l’oscurità delle sue origini materne, si sedette alla destra
di Aderbale, non volendo che il

posto di mezzo fra i tre, che presso i
Numidi è segno d’onore, toccasse a Giugurta. Poi, però, per le

insistenti preghiere del fratello, che lo invitava a cedere all’età, si
spostò a malincuore dall’altra parte.

Apertasi quindi la discussione in
merito all’amministrazione del regno, Giugurta tra le altre cose lanciò la

proposta di annullare ogni legge e decreto dell’ultimo quinquennio,
durante il quale Micipsa, indebolito

dall’età, non era stato perfettamente
lucido di mente. Allora Iempsale rispose che la proposta gli piaceva,

perché Giugurta era pervenuto al regno per adozione tre anni prima.
Queste parole si conficcarono nel cuore di

Giugurta più profondamente di
quel che si sarebbe potuto pensare. Agitato quindi dall’ira e dal
timore,

da quel momento era solo intento a macchinare, a predisporre e a
escogitare dei piani per catturare Iempsale con

l’inganno. Ma poiché
questi piani procedevano con troppa lentezza e il suo animo impetuoso non
trovava

pace, decise di eseguire il suo progetto in qualsiasi modo.

  • Letteratura Latina
  • Par 1-29
  • Sallustio

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