De Fato, Paragrafo 11 - Studentville

De Fato, Paragrafo 11

Sed haec ex naturalibus causis vitia nasci possunt, extirpari autem et funditus

tolli, ut is ipse, qui ad ea propensus fuerit, a tantis vitiis avocetur, non est id positum in naturalibus causis, sed in

voluntate, studio, disciplina. Quae tolluntur omnia, si vis et natura fati ex divinationis ratione firmabitur. Etenim si est

divinatio, qualibusnam a perceptis artis proficiscitur? (‘percepta’ appello, quae dicuntur Graece theoremata)? Non enim

credo nullo percepto aut ceteros artifices versari in suo munere, aut eos, qui divinatione utantur, futura praedicere.

Versione tradotta

Questi vizi possono avere origine da cause

naturali, ma il fatto che possano essere eliminati ed estirpati alla radice. se l'uomo che ad essi è incline evita di

soggiacervi, ciò non dipende da cause naturali, bensì dalla volontà, dalla riflessione e dall'esercizio: tutte pos­sibilità

che vengono negate, se l'esistenza della divina­zione confermerà l'esistenza e la potenza del fato. Se infatti la

divinazione esiste, su quali principi si fonda quest'arte? (Chiamo «principi» quelli che i Greci chiamano theoremata)?

Infatti non credo che senza principi gli altri artefici potrebbero esercitare le loro arti, né coloro che praticano la

divinazione potrebbero predire il futuro.

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  • De Fato di Cicerone
  • Cicerone

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