Id cum satis se confirmasse arbitratus est certiorem
facit Datamen tempus esse maiores exercitus parari et bellum cum ipso rege suscipi deque ea re si ei videretur quo loco vellet
in colloquium veniret. Probata re colloquendi tempus sumitur locusque quo conveniretur. Huc Mithridates cum uno cui maxime
habebat fidem ante aliquot dies venit compluribusque locis separatim gladios obruit eaque loca diligenter notat. Ipso autem
colloquii die utrique locum qui explorarent atque ipsos scrutarentur mittunt; deinde ipsi sunt congressi. Hic cum aliquamdiu
in colloquio fuissent et diverse discessissent iamque procul Datames abesset Mithridates priusquam ad suos perveniret ne quam
suspicionem pareret in eundem locum revertitur atque ibi ubi telum erat infossum resedit ut si lassitudine cuperet acquiescere
Datamenque revocavit simulans se quiddam in colloquio esse oblitum. Interim telum quod latebat protulit nudatumque vagina
veste texit ac Datami venienti ait: digredientem se animadvertisse locum quendam qui erat in conspectu ad castra ponenda esse
idoneum. Quem cum digito demonstraret et ille respiceret aversum ferro transfixit priusque quam quisquam posset succurrere
interfecit. Ita ille vir qui multos consilio neminem perfidia ceperat simulata captus est amicitia.
Versione tradotta
Quando
ritenne di aver sufficientemente dimostrato quest'odio, informò Datáme che era tempo di preparare eserciti più grossi e di
intraprendere una guerra contro lo stesso re; su questa faccenda, se gli sembrava opportuno, egli sarebbe venuto a parlare con
lui, dovunque volesse. Accettata la proposta, si stabili il tempo del colloquio e il luogo dell'incontro. Qua Mitridate viene
alcuni giorni prima con uno in cui aveva fiducia assoluta, e in diversi punti qua e là nasconde delle spade e segna
accuratamente quel punti. Il giorno del colloquio, entrambi inviarono alcuni a perlustrare il luogo ed a perquisire le loro
stesse persone: quindi si incontrarono loro stessi. Dopo che si furono qui intrattenuti a colloquio per un certo tempo e si
furono separati in opposte direzioni, e Datáme era già lontano, Mitridate, prima di raggiungere i suoi, per non destare alcun
sospetto, ritornò nel luogo di prima e si pose a sedere, dove era stata sotterrata l'arma, come se desiderasse riposarsi e
richiamò Datáme, fingendo di aver dimenticato qualcosa durante il colloquio. Frattanto tirò fuori l'arma che era nascosta e
sguainata la coprì con la sua veste, ed a Datáme che si avvicinava disse che mentre se ne andava, aveva notato un luogo, che
era di fronte a loro, adatto per un accampamento. Mentre glielo indicava col dito e lui si voltava a guardarlo, lo trafisse
con l'arma alle spalle e lo uccise prima che qualcuno potesse venirgli in aiuto. Così quell'uomo che aveva vinto molti con
l'astuzia, nessuno con l'inganno, fu vinto da una falsa amicizia.
- Letteratura Latina
- Datames di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote