Datames, Paragrafo 11 - Studentville

Datames, Paragrafo 11

Id cum satis se confirmasse arbitratus est certiorem

facit Datamen tempus esse maiores exercitus parari et bellum cum ipso rege suscipi deque ea re si ei videretur quo loco vellet

in colloquium veniret. Probata re colloquendi tempus sumitur locusque quo conveniretur. Huc Mithridates cum uno cui maxime

habebat fidem ante aliquot dies venit compluribusque locis separatim gladios obruit eaque loca diligenter notat. Ipso autem

colloquii die utrique locum qui explorarent atque ipsos scrutarentur mittunt; deinde ipsi sunt congressi. Hic cum aliquamdiu

in colloquio fuissent et diverse discessissent iamque procul Datames abesset Mithridates priusquam ad suos perveniret ne quam

suspicionem pareret in eundem locum revertitur atque ibi ubi telum erat infossum resedit ut si lassitudine cuperet acquiescere

Datamenque revocavit simulans se quiddam in colloquio esse oblitum. Interim telum quod latebat protulit nudatumque vagina

veste texit ac Datami venienti ait: digredientem se animadvertisse locum quendam qui erat in conspectu ad castra ponenda esse

idoneum. Quem cum digito demonstraret et ille respiceret aversum ferro transfixit priusque quam quisquam posset succurrere

interfecit. Ita ille vir qui multos consilio neminem perfidia ceperat simulata captus est amicitia.

Versione tradotta

Quando

ritenne di aver sufficientemente dimostrato quest'odio, informò Datáme che era tempo di preparare eserciti più grossi e di

intraprendere una guerra contro lo stesso re; su questa faccenda, se gli sembrava opportuno, egli sarebbe venuto a parlare con

lui, dovunque volesse. Accettata la proposta, si stabili il tempo del colloquio e il luogo dell'incontro. Qua Mitridate viene

alcuni giorni prima con uno in cui aveva fiducia assoluta, e in diversi punti qua e là nasconde delle spade e segna

accuratamente quel punti. Il giorno del colloquio, entrambi inviarono alcuni a perlustrare il luogo ed a perquisire le loro

stesse persone: quindi si incontrarono loro stessi. Dopo che si furono qui intrattenuti a colloquio per un certo tempo e si

furono separati in opposte direzioni, e Datáme era già lontano, Mitridate, prima di raggiungere i suoi, per non destare alcun

sospetto, ritornò nel luogo di prima e si pose a sedere, dove era stata sotterrata l'arma, come se desiderasse riposarsi e

richiamò Datáme, fingendo di aver dimenticato qualcosa durante il colloquio. Frattanto tirò fuori l'arma che era nascosta e

sguainata la coprì con la sua veste, ed a Datáme che si avvicinava disse che mentre se ne andava, aveva notato un luogo, che

era di fronte a loro, adatto per un accampamento. Mentre glielo indicava col dito e lui si voltava a guardarlo, lo trafisse

con l'arma alle spalle e lo uccise prima che qualcuno potesse venirgli in aiuto. Così quell'uomo che aveva vinto molti con

l'astuzia, nessuno con l'inganno, fu vinto da una falsa amicizia.

  • Letteratura Latina
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