Bellum Iugurthinum, Paragrafo 111 - Studentville

Bellum Iugurthinum, Paragrafo 111

Ad ea Sulla pro se breviter et modice de pace et communibus rebus multis disseruit. Denique

regi patefacit quod polliceatur senatum et populum Romanum quoniam armis amplius valuissent non in gratiam habituros; faciendum

ei aliquid quod illorum magis quam sua rettulisse videretur. Id adeo in promptu esse quoniam copiam Iugurthae haberet. Quem si

Romanis tradidisset fore ut illi plurimum deberetur; amicitiam foedus Numidiae partem quam nunc peteret tum ultro adventuram.

Rex primo negitare: cognationem affinitatem praeterea foedus interuenisse; ad hoc metuere ne fluxa fide usus popularium animos

auerteret quis et Iugurtha carus et Romani inuisi erant. Denique saepius fatigatus lenitur et ex voluntate Sullae omnia se

facturum promittit. Ceterum ad simulandam pacem cuius Numida defessus bello auidissimus erat quae utilia visa constituunt. Ita

composito dolo digrediuntur.

Versione tradotta

Silla replicò, per la parte che gli concerneva,

con poche e misurate
parole; della pace e dei loro interessi comuni parlò invece a lungo. Fece
chiaramente

capire al re che il senato e il popolo romano non avrebbero
mostrato riconoscenza per ciò che prometteva, dal momento

che in guerra
erano stati più forti. Doveva far qualcosa che sembrasse ispirata più al
loro interesse che

al suo, e ciò, del resto, gli era facile, dato che
Giugurta era in suo potere. Se lo avesse consegnato ai Romani,

avrebbe
avuto diritto alla massima gratitudine. Amicizia, alleanza e la parte
della Numidia che ora

rivendicava, gli sarebbero toccate naturalmente.
Il re dapprima persisteva nel rifiuto, richiamandosi ai legami di

consanguineità, di parentela, nonché al patto di alleanza. Temeva inoltre
che quel tradimento gli alienasse

l'animo dei sudditi, che erano
favorevoli a Giugurta e ostili ai Romani. Alla fine, dopo molte

insistenze, cede e promette di fare tutto ciò che Silla gli chiede.
Stabiliscono poi le misure che sembrano idonee

per simulare la pace, di
cui il Numida, spossato dalla guerra, era molto desideroso. Così, tramato

l'inganno, si separano.

  • Letteratura Latina
  • Par. 90-114
  • Sallustio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti