Per idem tempus aduersum Gallos ab ducibus nostris Q. Caepione et Cn. Manlio male pugnatum.
Quo metu Italia omnis contremuerat. Illincque [et inde] usque ad nostram memoriam Romani sic habuere alia omnia virtuti suae
prona esse cum Gallis pro salute non pro gloria certare. Sed postquam bellum in Numidia confectum et Iugurtham Romam vinctum
adduci nuntiatum est Marius consul absens factus est et ei decreta prouincia Gallia isque Kalendis Ianuariis magna gloria
consul triumphauit. Et ea tempestate spes atque opes civitatis in illo sitae.
Versione tradotta
In quello stesso periodo i nostri comandanti Quinto Cepione e Gneo
Manlio subirono una disfatta combattendo
contro i Galli: tutta l'Italia
aveva tremato di paura. Da quel tempo sino ai giorni nostri i Romani hanno
sempre pensato che il resto del mondo dovesse piegarsi al loro volere: con
i Galli, però, si combatteva per la
salvezza, non per la gloria. Quando
la guerra in Numidia ebbe termine e fu annunziato che Giugurta veniva
condotto a Roma in catene, Mario, benché assente, fu eletto console e gli
fu assegnata la provincia della Gallia. Il
primo di gennaio, da console,
celebrò solennemente il trionfo. In quel tempo le speranze e la
grandezza di
Roma erano riposte in lui.
- Letteratura Latina
- Par. 90-114
- Sallustio