Sequitur illud quod a Milonis inimicis saepissime dicitur caedem in qua P. Clodius occisus est senatum iudicasse contra rem publicam esse factam. Illam vero senatus non sententiis suis solum sed etiam studiis comprobavit. Quotiens enim est illa causa a nobis acta in senatu! quibus adsensionibus universi ordinis quam nec tacitis nec occultis! Quando enim frequentissimo senatu quattuor aut summum quinque sunt inventi qui Milonis causam non probarent? Declarant huius ambusti tribuni plebis illae intermortuae contiones quibus cotidie meam potentiam invidiose criminabatur eum diceret senatum non quod sentiret sed quod ego vellem decernere. Quae quidem si potentia est appellanda–potius quam aut propter magna in rem publicam merita mediocris in bonis causis auctoritas aut propter hos officiosos labores meos non nulla apud bonos gratia–appellatur ita sane dum modo ea nos utamur pro salute bonorum contra amentiam perditorum.
Versione tradotta
Si presenta ora un altro argomento costantemente tirato in ballo dai nemici di Milone: la strage in cui è rimasto coinvolto Publio Clodio sarebbe stata giudicata dal senato come un attentato all'ordine pubblico. In realtà il senato l'ha approvata non solo con i suoi voti, ma anche con le sue manifestazioni di simpatia. Quante volte, infatti, la stessa questione è stata da me trattata in senato, e con quali consensi né taciti né segreti dell'intero ordine senatorio! Nelle occasioni di maggiore affluenza dell'assemblea, quando mai si sono trovati quattro o al massimo cinque senatori contrari alla causa di Milone? Lo attestano le smorte arringhe di questo abbrustolito tribuno della plebe, in cui si scagliava con astio ogni giorno contro la mia prepotenza e sosteneva che il senato prendeva le sue decisioni non sulla base della sua opinione ma della mia volontà. Se poi la si deve chiamare prepotenza, piuttosto che modesta influenza nelle cause giuste per le mie benemerenze nei confronti dello stato, o credito di un qualche rilievo presso gli ottimati per queste mie fatiche in loro sostegno, la si chiami pure così, a condizione che io me ne possa servire in difesa della loro incolumità contro la follia di uomini scellerati.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone