De hoc Antigonus cum solus constituere non auderet ad consilium rettulit. Hic eum omnes primo perturbati
admirarentur non iam de eo sumptum esse supplicium a quo tot annos adeo essent male habiti ut saepe ad desperationem forent
adducti quique maximos duces interfecisset denique in quo uno tantum esset ut quoad ille viveret ipsi secari esse non possent
interfecto nihil habituri negotii essent postremo si illi redderet salutem quaerebant quibus amicis esset usurus: sese enim cum
Eumene apud eum non futuros. Hic cognita consilii voluntate tamen usque ad septimum diem deliberandi sibi spatium reliquit.
Tum autem cum iam vereretur ne qua seditio exercitus oriretur vetuit quemquam ad eum admitti et cotidianum victum removeri
iussit. Nam negabat se ei vim allaturum qui aliquando fuisset amicus. Hic tamen non amplius quam triduum fame fatigatus cum
castra moverentur insciente Antigono iugulatus est a custodibus.
Versione tradotta
Poiché Antigono non osava decidere da solo sulla sua sorte, ne riferì al consiglio di guerra. Qui dapprima
tutti, sconvolti, si meravigliarono che non fosse stato già giustiziato uno che li aveva vessati per tanti anni a tal punto da
indurli spesso alla disperazione e che aveva ucciso valentissimi comandanti, uno insomma che da solo era tale che finché era
in vita lui, non potevano essere sicuri loro, mentre se ucciso, non avrebbero avuto più motivo di temere; da ultimo, gli
chiedevano, se, lo avesse lasciato in vita, su quali amici avrebbe potuto contare: essi infatti non sarebbero rimasti al suo
fianco insieme con Eumene. Antigono, conosciuta la volontà del consiglio, tuttavia si prese sette giorni di tempo per
decidere. Ma poi quando già temeva che l'esercito si ribellasse, vietò che alcuno gli facesse visita e comandò che gli fosse
sospeso il cibo quotidiano: infatti diceva che non avrebbe usato violenza contro chi un tempo gli era stato amico. Tuttavia
Eumene soffrì la fame per non più di tre giorni: mentre si muoveva l'accampamento, all'insaputa di Antigono, fu sgozzato dai
suoi custodi.
- Letteratura Latina
- De viris illustribus (Eumenes) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote
- De viris illustribus