Nam quid ea memorem, quae nisi iis qui videre nemini credibilia sunt, a priuatis
compluribus subuersos montis, maria constrata esse? Quibus mihi videntur ludibrio fuisse divitiae: quippe quas honeste habere
licebat, abuti per turpitudinem properabant. Sed libido stupri ganeae ceterique cultus non minor incesserat: viri muliebria
pati, mulieres pudicitiam in propatulo habere; vescendi causa terra marique omnia exquirere; dormire prius quam somni cupido
esset; non famem aut sitim, neque frigus neque lassitudinem opperiri, sed ea omnia luxu antecapere. Haec iuventutem, ubi
familiares opes defecerant, ad facinora incendebant: animus inbutus malis artibus haud facile libidinibus carebat; eo profusius
omnibus modis quaestui atque sumptui deditus erat.
Versione tradotta
Dunque, a che scopo passerei in rassegna cose che nessuno
crederebbe se non chi le vide di persona, cioè il fatto che numerosi privati cittadini rovesciarono le montagne e colmarono i
mari? Mi sembra che questi si siano serviti in maniera vergognosa delle ricchezze; denari che era possibile investire
onestamente e che essi subito dilapidavano per fini disonesti. Ma aveva invaso il loro animo una non minore violenza per lo
stupro e depravazioni e ogni altro piacere: gli uomini soggiacevano in atti femminili, le donne mettevano oscenamente il loro
pudore. Frugavano dovunque, in terra e in mare, delizie per la gola; dormivano prima di avere sonno; non aspettavano la fame,
la sete, il freddo, la stanchezza; ma prevenivano a questi bisogni, con raffinata delicatezza, prima che ci fosse reale
necessità. Questo spettacolo turpe spingeva ai delitti la gioventù, quando il patrimonio cominciava a scarseggiare; il loro
animo ingolfati dai vizi, non resistevano facilmente alle passioni; perciò sempre con maggiore abbondanza si davano ad ogni
tipo di guadagno e allo sperpero.
- Letteratura Latina
- Bellum Catilinarium di Sallustio
- Sallustio