Sic vir
fortissimus, multis variisque perfunctus laboribus, anno acquievit septuagesimo. Quibus consulibus interierit, non convenit.
Namque Atticus M. Claudio Marcello Q. Fabio Labeone consulibus mortuum in annali suo scriptum reliquit, at Polybius L. Aemilio
Paulo Cn. Baebio Tamphilo, Sulpicius autem Blitho P. Cornelio Cethego M. Baebio Tamphilo. Atque hic tantus vir tantisque bellis
districtus nonnihil temporis tribuit litteris. Namque aliquot eius libri sunt, Graeco sermone confecti, in eis ad Rhodios de
Cn. Maulii Volsonis in Asia rebus gestis. Huius belli gesta multi memoriae prodiderunt, sed ex his duo, qui cum eo in castris
fuerunt simulque vixerunt quamdiu fortuna passa est, Silenus et Sosilus Lacedaemonius. Atque hoc Sosilo Hannibal litterarum
Graecorum usus est doctore.
Versione tradotta
Così luomo
fortissimo, sopportate molte e varie vicissitudini, trovò quiete nel settantesimo anno. Non si è d'accordo sotto quali
consoli morì. Infatti, Attico, nel suo Annale, lasciò scritto che (Annibale) morì sotto il consolato di M. Claudio Marcello e
Q. Fabio Labeone, al contrario Polibio sotto il consolato di L. Emilio Paolo e Cn. Bebio Tanfilo, mentre Sulpicio Blito sotto
il consolato di P. Cornelio Cetego e M. Bebio Tanfilo. E questo uomo tanto grande, nonostante fosse preso da guerre così
importanti, dedicò un po del tempo alle lettere. Infatti, ci sono alcuni suoi libri, scritti in lingua greca, e tra essi
(sott. il libro dedicato ai Rodii) sulle gesta di Cn. Manlio Volsone in Asia. Molte relazioni di costui raccontarono le gesta
di guerra, ma, di questi due, coloro i quali furono nellaccampamento con questo e vissero nello stesso tempo finché la sorte
lo permise, furono Sileno e lo spartano Sosilo. E Annibale ebbe come maestro questo Sosilo di lingua greca.
- Letteratura Latina
- Hannibal di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote