At hoc, Chrysippe, minime vis, maximeque tibi de hoc ipso cum Diodoro
certamen est. Ille enim id solum fieri posse dicit, quod aut sit verum aut futurum sit verum, et, quicquid futurum sit, id
dicit fieri necesse esse et, quicquid non sit futurum, id negat fieri posse. Tu, et quae non sint futura, posse fieri dicis, ut
frangi hanc gemmam, etiamsi id numquam futurum sit, neque necesse fuisse Cypselum regnare Corinthi, quamquam id millensimo ante
anno Apollinis oraculo editum esset. At si ista conprobabis divina praedicta, et quae falsa in futuris dicentur, in eis habebis
ut ea fieri non possint (ut si dicatur Africanum Karthagine non esse potiturum), et si vere dicatur de futuro, idque ita
futurum sit, dicas esse necessarium est; quae est tota Diodori vobis inimica sententia.
Versione tradotta
Ma questo tu Crisippo, non lo vuoi ammettere, e soprattutto su
questo punto sei in disaccordo con Diodoro. Quello infatti considera possibile soltanto ciò che è o sarà vero, e afferma che
tutto ciò che sarà, è necessario, e tutto ciò che non sarà, è impossibile; tu invece dici che è possibile anche ciò che non
accadrà, ad esempio che questa pietra preziosa si spezzi, anche se non avverrà mai, e d'altra parte che non era necessario
che Cipselo regnasse a Corinto, anche se l'oracolo di Apollo l'aveva predetto mille anni prima.` Ma se accetterai queste
predizioni degli indovini, porrai le false predizioni, come ad esempio che l'Africano non conquisterà Cartagine, fra le
cose impossibili, mentre tutte le predizioni vere, che effettivamente si verificheranno, le considererai necessarie; che è
appunto l'opinione di Diodoro, che tu combatti.
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
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