Pro Caelio Paragrafo 14: versione tradotta - StudentVille

Pro Caelio, Paragrafo 14

Hac ille tam varia multiplicique natura cum omnes omnibus ex terris homines improbos audacesque collegerat tum etiam multos fortes viros et bonos specie quadam virtutis assimulatae tenebat. Neque umquam ex illo delendi huius imperii tam consceleratus impetus exstitisset nisi tot vitiorum tanta immanitas quibusdam facultatis et patientiae radicibus niteretur. Quare ista condicio iudices respuatur nec Catilinae familiaritatis crimen haereat; est enim commune cum multis et cum quibusdam etiam bonis. Me ipsum me inquam quondam paene ille decepit cum et civis mihi bonus et optimi cuiusque cupidus et firmus amicus ac fidelis videretur; cuius ego facinora oculis prius quam opinione manibus ante quam su spicione deprehendi. Cuius in magnis catervis amicorum si fuit etiam Caelius magis est ut ipse moleste ferat errasse se sicuti non numquam in eodem homine me quoque erroris mei paenitet quam ut istius amicitiae crimen reformidet.

Versione tradotta

Con una così varia e multiforme natura, come aveva raccolto intorno a sé da ogni parte ogni disperata canaglia, così teneva nelle sue fila molte persone diritte e probe grazie all’apparenza di una finta virtù; né mai sarebbe da lui esploso un così scellerato furore distruttivo contro lo Stato, se un così grande cumulo di vizi non si fosse sostenuto sopra un fondamento di duttilità e di perseveranza. Bando, dunque, o giudici, a quella pretesa avversaria; e l’amicizia con Catilina non sia apposta come titolo d’accusa. Lo dovrebbe essere per troppi, e fra questi per molti galantuomini. Io stesso, io, dico, per poco un tempo non fui tratto da lui in inganno, quando mi parve di vedere in lui un buon cittadino, sollecito di ogni migliore relazione, amico sincero e fedele? Le sue infamie mi caddero innanzi agli occhi prima che io le immaginassi, le toccai con mano prima di sospettarle. Se perciò nella caterva dei suoi amici ci – fu anche Celio, quel che importa è ch’egli si dolga di aver sbagliato (com’io mi dolgo e quante volte! – dello stesso errore verso lo stesso uomo), assai più che non tema gli si faccia di quell’amicizia un’accusa.

  • Letteratura Latina
  • Pro Caelio di Cicerone
  • Cicerone

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti