Hoc loco Chrysippus aestuans falli sperat Chaldaeos ceterosque divinos, neque eos usuros esse
coniunctionibus, ut ita sua percepta pronuntient: ‘Si quis natus est oriente Canicula, is in mari non morietur’, sed
potius ita dicant: ‘Non et natus est quis oriente Canicula, et is in mari morietur.’ O licentiam iocularem! ne ipse
incidat in Diodorum, docet Chaldaeos, quo pacto eos exponere percepta oporteat. Quaero enim, si Chaldaei ita loquantur, ut
negationes infinitarum coniunctionum potius quam infinita conexa ponant, cur idem medici, cur geometrae, cur reliqui facere non
possint. Medicus in primis, quod erit ei perspectum in arte, non ita proponet: ‘Si cui venae sic moventur, is habet
febrim’, sed potius illo modo: ‘Non et venae sic cui moventur, et is febrim non habet.’ Itemque geometres non ita
dicet: ‘In sphaera maximi orbes medii inter se dividuntur’, sed potius illo modo: ‘Non et sunt in sphaera maximi
orbes, et ei non medii inter se dividuntur.’
Versione tradotta
Su questo punto Crisippo ondeggia nell'incertezza e spera che i Caldei e gli altri
indovini si lascino ingannare e che in futuro non ricorrano a deduzioni, formulando le loro verità di esperienza nel modo
seguente: «Se qualcuno è nato al sorgere della Canicola, non morirà in mare»; ma spera, piuttosto, che si esprimano così: «Non
c'è uomo che sia nato al sorgere della Canicola e che debba morire in mare». Ma che simpatico arbitrio! Per non cadere nella
tesi di Diodoro, Crisippo insegna ai Caldei in che modo debbano esporre le loro verità di esperienza. Mi chiedo allora: se i
Caldei si esprimono in maniera da negare proposizioni d'ordine assoluto piuttosto che porre deduzioni generali, perché i
medici, i geometri, gli altri non dovrebbero seguirne l'esempio? Un medico, innanzi tutto, ciò che avrà riconosciuto nel
proprio campo, non lo esporrà nel modo seguente: «Se qualcuno ha le vene che pulsano in questa maniera, ha la febbre»; ma
semmai così: «Nessuno, al quale le vene pulsino in questo modo, è immune da febbre». Allo stesso modo un geometra non dirà: «In
una sfera i diametri si intersecano a metà»; si esprimerà, piuttosto, come segue: «In una sfera non ci sono diametri che non si
intersechino a metà».
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
- Cicerone