Quam ob rem cum illo quidem, ut supra dixi, actum optime est,
mecum incommodius, quem fuerat aequius, ut prius introieram, sic prius exire de vita. Sed tamen recordatione nostrae amicitiae
sic fruor ut beate vixisse videar, quia cum Scipione vixerim, quocum mihi coniuncta cura de publica re et de privata fuit,
quocum et domus fuit et militia communis et, id in quo est omnis vis amicitiae, voluntatum, studiorum, sententiarum summa
consensio. Itaque non tam ista me sapientiae, quam modo Fannius commemoravit, fama delectat, falsa praesertim, quam quod
amicitiae nostrae memoriam spero sempiternam fore, idque eo mihi magis est cordi, quod ex omnibus saeculis vix tria aut
quattuor nominantur paria amicorum; quo in genere sperare videor Scipionis et Laeli amicitiam notam posteritati fore.
Versione tradotta
Perciò, come ho detto prima, a lui è andata benissimo, non troppo a me, che sarebbe stato più giusto uscissi di vita
prima, come prima vi ero entrato. Ma tuttavia, così mi godo il ricordo della nostra amicizia, che mi sembra d'aver vissuto
felicemente, perché sono vissuto con Scipione, col quale ho condiviso le cure pubbliche e private, col quale ho avuto in comune
la casa e la vita militare, e, cosa in cui è tutta l'essenza dell'amicizia, il massimo accordo delle volontà, delle
propensioni, delle opinioni. Quindi, non tanto codesta fama di sapienza, che testé Fannio ha ricordato, mi fa piacere, tanto
più che non è veritiera, quanto la speranza che la memoria della nostra amicizia durerà eterna; e ciò mi è pur caro, perché in
tutto il corso dei secoli, appena tre o quattro coppie di amici son ricordate; e sotto questo rispetto mi pare di poter sperare
che l'amicizia di Lelio e Scipione sarà nota ai posteri.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone